Wikileaks, online tutti i cablo Usa. 3mila documenti sull’Italia

In rete senza password 251mila dispacci top secret della diplomazia Usa, fra cui 2970 comunicazioni riservate che riguardano casa nostra. Appello di Julian Assange agli internauti: “Segnalate voi notizie interessanti, la stampa da sola non ce la fa”

Pubblicato il 02 Set 2011

Ci sono anche 2970 documenti del Dipartimento di Stato Usa
provenienti dalle sedi diplomatiche statunitensi in Italia, per lo
più dall'ambasciata a Roma, fra i 251mila documenti pubblicati
oggi senza filtri da Wikileaks sul suo sito. Una settantina dei
documenti italiani proviene invece dai consolati Usa di Napoli,
Milano e Firenze. I cablo abbracciano un arco di tempo di 22 anni,
dal 25 agosto 1988 al 26 febbraio 2010.

Wikileaks ha annunciato oggi su Twitter la pubblicazione online
degli oltre 251mila cablogrammi della diplomazia Usa in suo
possesso, scaricabili senza l'ausilio di alcuna password. I
documenti, criptati ma ottenibili seguendo le istruzioni fornite
dal sito fondato da Julian Assange, sono stati pubblicati nella
loro integrità, senza omettere dettagli che potrebbero
compromettere la sicurezza delle persone citate nei documenti.

Nei giorni scorsi il sito aveva cominciato a diffondere 134mila
cablogrammi senza omettere dati sensibili che potevano mettere in
pericolo vite umane, riconducendo alle fonti delle informazioni.
Questa scelta aveva fatto infuriare l'Australia, protagonista
di parte dei documenti riservati finiti online, che aveva accusato
il suo cittadino Assange di danneggiare la sicurezza nazionale e
l'operatività degli agenti coinvolti nella lotta al terrorismo
con rivelazioni inopportune e pericolose.

A favore della pubblicazione dell'intero archivio si era
schierato ieri il "popolo di internet": il sito di
Assange aveva lanciato un sondaggio su Twitter, chiedendo agli
utenti di pronunciarsi in merito alla possibile diffusione di tutto
il materiale riservato della diplomazia Usa in suo possesso.
Wikileaks aveva spiegato su Twitter di aver scelto la pubblicazione
integrale dopo che un file contenente l'intero database era
stato reso accessibile da un giornalista del Guardian, che aveva
inserito la password in un libro pubblicato nel febbraio
scorso.

Accuse respinte dal quotidiano britannico, secondo il quale in
"WikiLeaks: dentro la guerra alla segretezza di Julian
Assange", era "contenuta una password solo temporanea e
comunque non c'erano dettagli sulla localizzazione dei
file". A sua difesa, il quotidiano britannico aveva inoltre
riferito che il 4 agosto scorso c'era stato un incontro
"cordiale" tra Assange e il direttore Rusbridger, durante
il quale il fondatore di Wikileaks non aveva "mai menzionato
alcuna crepa nel sistema di sicurezza".

Già ieri, il Dipartimento di Stato Usa aveva criticato le azioni
"irresponsabili, sconsiderate e pericolose" del sito,
affermando di essere stato avvisato della divulgazione imminente di
informazioni, sottolineando tuttavia che gli appelli di Washington
erano stati ignorati.

Wikileaks ha rivolto un appello agli utenti della Rete per
segnalare su Twitter le "scoperte importanti" tra gli
oltre 251mila cablogrammi della diplomazia americana. "La
stampa mondiale non ha abbastanza risorse e ci sono sostanziali
atteggiamenti di parzialità", scrive su Twitter il sito
fondato da Julian Assange.

La decisione di Wikileaks viene duramente condannata dagli ex media
partner di Julian Assange, il Guardian, il New York Times, El Pais
e Der Spiegel, che in precedenza avevano collaborato con Wikileaks
alla pubblicazione dei documenti, selezionando e editando il
materiale per evitare di esporre a pericoli gli individui e le
fonti citate.

Anche Amnesty International ha criticato la mossa di Wikileaks.
"Ci dispiace che documenti che mettono a rischio persone, tra
cui attivisti per i diritti umani, siano diventati pubblici",
ha detto l'organizzazione al Times britannico.

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