XXVI Festival internazionale di Cinema e Televisione

Il convegno si tiene a Roma dal 28 al 31 ottobre presso il Goethe Institut, Villa Medici e Palazzo Farnese. Si comincia alle 17 di domenica 28 al Goethe

Pubblicato il 10 Ott 2012

Ospitato dalle più prestigiose location della Capitale (Goethe Institut, Villa medici e Palazzo Farnese), torna a Roma il Festival Eurovisioni, l’appuntamento che mette a confronto i protagonisti dell’audio-visivo europeo.

Giunto alla sua XXVI edizione quest’anno, in collaborazione con il Roma Fiction Fest, dedica il dibattito al tema Fiction per l’Europa: mito o realtà? La fiction è uno dei generi più seguiti dal pubblico televisivo europeo e, in molti Paesi (Italia, UK, Germania) è, dopo lo sport, il genere tv che fa più ascolti. Nella maggior parte dei Paesi europei, dotati di un’industria audiovisiva fiorente, la programmazione di fiction di produzione nazionale è più seguita della concorrenza internazionale, soprattutto nordamericana. Inoltre le produzioni di fiction in Europa rimangono per lo più limitate alla propria area linguistica o al Paese d’origine e rari sono i casi in cui una fiction di successo in Francia lo diventa anche negli altri Paesi, mentre sono solo le fiction USA a essere viste in tutti i Paesi europei. Ciò fa sì che, se è vero che le fiction , insieme ai film, contribuiscono a costruire l’immaginario di un popolo, l’Europa oggi non abbia un immaginario proprio e rischia di adottare sempre più quello extraeuropeo o quello proprio del suo Paese e basta.

L’investimento in fiction nazionale richiede tuttavia ingenti risorse che mal si addicono all’andamento calante attuale a disposizione del sistema televisivo misto europeo.

Queste risorse in Europa, fino ad oggi, provengono per la maggior parte dai fondi delle tv nazionali (pubbliche come private). In più, a seconda dei Paesi, altre risorse addizionali sono fornite dalla partecipazione di fondi pubblici , come accade in Germania, Francia, Spagna, Austria; da fondi propri dei produttori privati, dove essi detengano i diritti di sfruttamento internazionali o i cosiddetti secondi diritti; dal product placement ove consentito dalla legge.

Il tutto nella sostanziale assenza di fondi europei, che non hanno finora previsto la fiction fra i generi finanziabili, se non in misura ridotta e in forma indiretta, cioè solo attraverso i produttori indipendenti titolari dei diritti di commercializzazione delle opere prodotte. Una norma che penalizza quei Paesi, come Italia, Polonia e altri, dove il produttore non mantiene i diritti secondari e non è perciò eleggibile per richiedere fondi europei.

In una fase di contrazione delle risorse disponibili (dovuta al calo della pubblicità e alla contemporanea riduzione dei fondi pubblici) è utile fare un inventario delle risorse esistenti, sia, a livello nazionale, sia europeo, per vedere se l’ Economia attuale della fiction europea, che ha consentito finora a questo settore di espandersi e aumentare l’offerta negli ultimi venti anni, è sostenibile nel medio-lungo termine oppure in quali nuove direzioni dovrà indirizzarsi.

È possibile che alla base delle incomprensioni di questi mesi (fiscal compact, crisi dell’Euro, ecc.), fra Paesi fondatori dell’Europa, possa esserci anche questa mancanza di un comune sentire e di media comuni capaci di costruire un’opinione pubblica coesa?

La domanda cui cercherà di dar risposta questa edizione di Eurovisioni è se sia possibile produrre/distribuire/consumare fiction europea in un contesto in cui, la carenza di risorse, fa sembrare !’impresa di costruire un comune immaginario attraverso la fiction TV più “mito” che realtà. Il dibattito, tra i maggiori esperti del settore nazionale e internazionali, cercherà di stabilire se l’attuale sistema di Regole e i diversi sistemi di sostegno pubblico (europee come nazionali) siano adeguati, valutando le altre fonti di finanziamento e di distribuzione possibili, quali la distribuzione su Internet (Netflix e il Web) o quella V.o.D. (Video on Demand) o quelle ancora di là da venire.

Fra i principali eventi confermati (oltre alle anteprime di ARO, BBC, TVE, TVP, Rai Fiction et France Télévisions) anche gli interventi di Silvia Costa (28/10), l’anticipazione del rapporto sulla fiction francese di Serge Siritzsky (29/10), la presentazione delle fiction di maggior successo europeo di BBC World Service e BBC (29/10), l’intervento del vicepresidente dell’UER Claudio Cappon, il dibattito sulla programmazione europea di fiction con Eleonora Andreatta, Philippe Vilamitjana di France 2, ARTE, ARO e BBC, ecc. Mercoledì 31, giornata di chiusura, vi sarà un omaggio a Massimo Fichera, membro fondatore di Eurovisioni, recentemente scomparso, con in chiusura un discorso di Giuliano Amato, già presidente del Consiglio.

Il focus di questa edizione di Eurovisioni è sulla possibilità di continuare a produrre/distribuire/consumare fiction europea in un contesto in cui, la carenza di risorse fa sembrare !’impresa di costruire un comune immaginario attraverso la fiction TV più “mito” che realtà. Il dibattito, tra i maggiori esperti del settore nazionale e internazionali, cercherà di stabilire se l’attuale sistema di Regole e i diversi sistemi di sostegno pubblico (europee come nazionali) siano adeguati, valutando le altre fonti di finanziamento e di distribuzione possibili, quali la distribuzione su Internet (Netflix e il Web) o quella V.o.D. (Video on Demand) o quelle ancora di là da venire.

Fra i principali eventi confermati (oltre alle anteprime di ARO, BBC, TVE, TVP, Rai Fiction e France Télévisions) anche gli interventi di Silvia Costa (28/10), l’anticipazione del rapporto sulla fiction francese di Serge Siritzsky (29/10), la presentazione delle fiction di maggior successo europeo di BBC World Service e BBC (29/10), l’intervento del vicepresidente dell’UER Claudio Cappon, il dibattito sulla programmazione europea di fiction con Eleonora Andreatta, Philippe Vilamitjana di France 2, ARTE, ARO e BBC, ecc.

Mercoledì 31, giornata di chiusura, vi sarà un omaggio a Massimo Fichera, membro fondatore di Eurovisioni, recentemente scomparso, con in chiusura un discorso di Giuliano Amato, già presidente del Consiglio.

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