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Youtube contro Mediaset, il giudice vuole più dettagli

Il tribunale di Roma chiede di verificare le segnalazioni dell’emittente alla piattaforma di Google. E dopo la sentenza di Madrid per la Tv potrebbe essere un’altra doccia fredda

Pubblicato il 19 Feb 2014

A distanza di una manciata di giorni dalla decisione con la quale la Corte d’appello di Madrid ha confermato la decisione dei giudici del tribunale della capitale spagnola, rigettando tutte le domande proposte da Telecinco nei confronti di Youtube, il tribunale di Roma impone alle televisioni del Cavaliere un’altra “doccia fredda”.

Mentre, infatti, era ormai attesa, a breve, la sentenza con la quale i giudici, dopo oltre cinque anni di causa, avrebbero dovuto definire la controversia – sostanzialmente “gemella” di quella spagnola – nell’ambito della quale Rti ha chiesto la condanna di Google al pagamento di oltre 500 milioni di euro per aver lasciato pubblicare alcune migliaia di video estratti dalle proprie trasmissioni, con una bella ordinanza dello scorso 14 febbraio, il tribunale di Roma ha deciso di volerci vedere più chiaro, prima di decidere.

Nel provvedimento, firmato da Tommaso Marvasi, presidente della sezione specializzata di Proprietà intellettuale e del collegio che dovrà decidere la causa, si sottolinea l’esigenza – specie alla luce dell’orientamento frattanto affermatosi in seno alla Corte di Giustizia dell’Unione europea – di verificare se, quando ed in relazione a quali delle migliaia di video oggetto del giudizio Mediaset abbia effettivamente segnalato a Google, in modo puntuale e circoscritto, il carattere illecito della pubblicazione, richiedendone la rimozione.

L’esigenza di approfondire l’analisi dei dati già acquisiti nel corso della lunga ed articolata istruttoria, nascerebbe, stando a quanto si legge nell’ordinanza, dalla circostanza che – alla luce appunto dei principi ormai consolidati nella giurisprudenza europea – la responsabilità di Youtube, in quanto internet service provider – laddove ritenuta sussistente – andrebbe eventualmente circoscritta al solo danno provocato dalla pubblicazione dei soli video in relazione ai quali, pur avendo ricevuto una puntuale segnalazione da parte di Mediaset, avrebbe omesso di provvedere alla tempestiva rimozione.

Nel provvedimento, ispirato da inusuale – almeno nelle vicende che riguardano Internet – buon senso e ponderazione, il presidente Marvasi richiama espressamente il principio secondo il quale “osta al diritto comunitario la imputazione al provider di un obbligo di filtro indistinto e preventivo” con la conseguenza che il provider può essere ritenuto responsabile “per violazione dei diritti di proprietà intellettuale a mezzo internet soltanto nel caso in cui non abbia adempiuto ad un obbligo specifico e a posteriori di sorveglianza, attivato su segnalazione dei singoli illeciti mediante diffida”.

L’ordinanza, ovviamente, non anticipa in nessun modo l’epilogo della vicenda ed il contenuto della sentenza ma, a leggerla, appare evidente che se anche il tribunale dovesse pervenire alla conclusione di ritenere Youtube responsabile di aver violato i diritti d’autore di Rti difficilmente la condanna riguarderà tutte le migliaia di video oggetto del giudizio mentre, assai più realisticamente, concernerà i soli video – pochi o tanti che siano – in relazione ai quali risulterà provato che Rti ha puntualmente contestato a Google, in modo circoscritto, la natura illecita della pubblicazione.

E’ una decisione importante, benché interlocutoria, che oltre a riportare la giurisprudenza nazionale nel solco di quella europea, perimetra in modo rigoroso ruoli e responsabilità del titolare dei diritti d’autore e dell’internet service provider, lasciando intendere – in modo sufficientemente esplicito – che tocca sempre al primo segnalare, in modo puntuale il carattere illecito della pubblicazione di un video mentre al secondo tocca, esclusivamente attivarsi, per porre fine alla contestata violazione.

Ciò, peraltro, sul presupposto – ma di questo il provvedimento non si occupa – che la segnalazione sia qualificata ed appaia fondata.

A questo punto non resta che attendere e vedere se e quanto delle centinaia di milioni di euro che Mediaset pretenderebbe di vedersi pagare da Google, il tribunale di Roma ordinerà davvero a quest’ultimo di versarle.

Per ora, a prescindere dall’epilogo, non si può che plaudire ad una decisione ponderata ed equilibrata di un Giudice che, prima di deliberare, vuole capire, conoscere ed approfondire dinamiche e caratteristiche del fenomeno sul quale è chiamato a pronunciarsi.

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