MESSAGING

Amazon mette nel mirino Whatsapp: in arrivo la chat “Anytime”

I ricercatori del colosso dell’e-commerce al lavoro su una nuova chat per sbarcare sul mercato presidiato da Facebook. Il servizio non si baserà sui numeri telefonici, ma su account personali

Pubblicato il 17 Lug 2017

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Tra i settori dell’online che Amazon al momento non presidia c’è quello dell’instant messaging, in cui i player sono oggi molti e agguerriti, a partire dalle due creature della galassia Facebook, cioè Messenger e Whatsapp, fino ai “newcomer” come Telegram. Per correre ai ripari ed entrare anche in questo campo il colosso fondato da Jeff Bezos avrebbe ormai messo al lavoro i popri sviluppatori, almeno stando alle anticipazioni pubblicate dal sito Aftv news, secondo cui il servizio di instant messaging a cui il gigante dell’e-commece starebbe lavorando si chiamerà “Anytime“, e sarà incentrata soprattutto sulle conversazioni di gruppo. La chat dovrebbe avere tutte le funzionalità ormai già diffuse su servizi di questo tipo: dalla crittografia che rende più sicuri i messaggi, alle chiamate audio e video, agli emoji e forse anche la condivisione di musica.

A differenza di WhatsApp, però, le indiscrezioni rivelano che l’applicazione di Amazon non dovrebbe fare uso dei numeri telefonici per identificare gli utenti, ma su account protetti da una password così come accade ad esempio nel caso di Twitter.

Proprio dal mondo dell’instant messaging arriva oggi una presa di posizione di Telegram contro il terrorismo: “Telegram è un servizio pesantemente criptato e votato alla tutela della privacy. Ma non siamo amici dei terroristi. Ogni mese chiudiamo canali pubblici legati all’Isis”, scrive in una nota sul suo account il fondatore Pavel Durov. Un commento che arriva dopo che il ministero delle Comunicazioni indonesiano, la settimana scorsa, aveva bloccato gli accessi a Telegram via Internet e stava preparando a mettere al bando anche l’app per i cellulari. Preoccupazioni analoghe a quelle del governo indonesiano sono venute anche da Mosca: tra i sospetti dell’Fsb c’è anche quello che le istruzioni per coordinare l’attacco di San Pietroburgo fossero circolate fra i terroristi proprio su questa piattaforma.

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