Il boom di utilizzo di Internet nell’emergenza coronavirus lascia, ancora una volta, le aziende di telecomunicazione svantaggiate rispetto agli Over-the-top. Le misure di isolamento per contenere i contagi hanno favorito i player globali dell’e-commerce, del gaming, del video-streaming o delle videoconferenze, ma non gli operatori di rete, i cui titoli stentano sul mercato azionario.
Un’analisi di Reuters ha rilevato prestazioni sotto la media per le azioni degli Internet service provider di Asia, Africa, Europa e America, a causa di una combinazione di alti costi fissi, debito e contraccolpi sulle economie globali. A livello mondiale la flessione dell’indice Msci relativo alle azioni delle aziende dei servizi di telecomunicazione è del 13%, contro il calo del 6% per i titoli della sanità o il calo dell’8% per il comparto tecnologico.
Per le telco meno entrate e più spese
Il boom di traffico Internet vuol dire per le telco ancora più investimenti per soddisfare la domanda e, siccome le strutture di pricing sono fisse, non esiste un modo veloce di monetizzare l’investimento.
Inoltre, i guadagni dal roaming sono ridotti al lumicino, perché la pandemia di Covid-19 ha ristretto enormemente i viaggi in tutto il mondo. Juniper Research calcola che il roaming porta annualmente nelle casse delle telco mondiali 25 miliardi di dollari cash.
Infine, i nuovi contratti per le aziende telefoniche sono in contrazione, perché tante aziende chiudono i battenti molte persone restano senza lavoro.
“A causa delle tariffe flat, è difficile ottenere ricavi aggiuntivi anche se le persone passano più tempo sullo smartphone o nella navigazione Internet”, ha affermato Ralph Dommermuth, ceo della telco tedesca 1&1 Drillisch. “Non so dire se il tempo in più passato in smart working potrà compensare i ricavi persi, perché molte aziende e privati cittadini rimandano il rinnovo dei contratti o non riescono a pagare le bollette”.
Dividendi a rischio
Lo scenario negativo ha provocato un calo del valore dei titoli delle telco perché gli investitori si preoccupano per i dividendi, già sotto pressione da anni. Alcune telco, come Deutsche Telekom, Bouygues e Telia Company, hanno già fatto sapere che rimanderanno il pagamento del dividendo o ne ridurranno l’entità oppure hanno abbassato il forecast a causa del coronavirus. Ma gli investitori temono un’ondata di cattive notizie dagli operatori di rete, con qualcuno che non riuscirà più a pagare il debito.
Per la maggior parte degli analisti, l’outlook è scoraggiante. Alcune aziende, come At&t (il cui titolo ha perso il 21% del valore quest’anno) Telefonica (-30%) e Mtn Group, hanno subito cali sulle azioni in linea con la media di settore o addirittura superiori. Vodafone, il secondo maggiore operatore mobile globale, ha detto lo scorso mese che il traffico dati è aumentato del 50%, ma le sue azioni hanno perso il 23%, in linea con l’indice Ftse.
“Le telco non solo devono spendere per il 5G, ma devono anche ripagare il debito”, sottolinea Tariq Dennison, managing director di Gfm Asset Management a Hong Kong. “Ogni volta che il flusso di cassa scende, la loro priorità sono i detentori di obbligazioni”.
Vincono gli Over-the-top
Il settore delle telecomunicazioni sta in parte resistendo, se si considera che il calo del 13% nell’Msci world telecoms index resta inferiore al -16% del mercato generale. Tuttavia, ancora una volta, le telco si trovano in posizione di svantaggio rispetto agli Ott, sobbarcandosi degli investimenti per la capacità e l’efficienza delle reti di cui guadagnano aziende come Netflix e Amazon, il cui business e i cui titoli stanno avendo prestazioni superiori al mercato.
E il trend potrebbe rafforzarsi anche dopo la crisi, sottolinea l’analista indipendente Paul Budde a Brisbane: sempre più persone online e infrastrutture sotto pressione. “Le telco scavano per mettere i cavi e le aziende digitali si inventano i servizi che conquistano clienti”.