Tim-Dazn, nuovo round nella guerra sui diritti Tv della Serie A di calcio. Sky ricorre infatti all’Antitrust sull’accordo di esclusiva stipulato tra l’Ott e Tim. L’operatore di Tlc “ha stipulato un accordo illegittimo di esclusiva con Dazn – fa sapere Sky in una nota -. Questo accordo preclude all’Ott la possibilità di distribuire il campionato di Serie A attraverso altri operatori, favorendo così Tim e rafforzando la sua posizione dominante nel mercato della banda larga”.
Tim e Sky ai ferri corti: accuse e contro-accuse
La telco guidata da Luigi Gubitosi non ci sta: “Tim resta stupita dalle preoccupazioni di Sky sulla concorrenza e la libera scelta dei clienti, dopo che l’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato ha accertato più volte che Sky è un soggetto dominante nel settore della pay tv detenendo una quota di mercato pari a circa l’80%. La modalità in streaming con cui gli appassionati possono vedere tutte le partite di Serie A anche per il prossimo triennio, si inserisce in un percorso avviato oramai da tempo e in cui Dazn, come Netflix, Amazon e Disney+ (e la stessa Sky con Now), rappresentano il futuro della distribuzione dei contenuti, fruibili nelle abitazioni e fuori casa con gli apparecchi tradizionali e con quelli di nuova generazione quali smartphone, computer e tablet. La diffusione di tutto il campionato di calcio in streaming rappresenta un elemento importante per la digitalizzazione del Paese, accelerando un processo di cui beneficeranno non soltanto i cittadini ma anche l’intera struttura industriale del paese. Continuare a difendere la rendita di posizione del satellitare pay avrebbe – questo sì – l’effetto di danneggiare i consumatori e ritardare l’accelerazione della transizione verso il digitale e le reti di telecomunicazioni ad alta velocità. Tim continuerà a distribuire i contenuti sportivi, cosi come ad oggi sta facendo con i contenuti Now (Sky), Eurosport (Discovery) e Dazn e con qualunque altro editore interessato alla valorizzazione dei contenuti attraverso la piattaforma TimVision”.
Immediata la controreplica di Sky: “Sky prende atto che Tim ha confermato la sua intenzione di restringere la scelta dei consumatori a una sola piattaforma. Per 18 anni Sky ha portato più scelta e qualità ai consumatori italiani e ha reso i suoi contenuti disponibili su tutte le piattaforme, inclusa quella di Tim. Sky sostiene il diritto dei consumatori di scegliere dove e su quale piattaforma vedere la Serie A”.
La posizione di WindTre e Open Fiber
Contro l’accordo di esclusiva scendono in campo anche WindTre e Open Fiber. Serve “garantire a tutti pluralità tecnologica dell’offerta – fa sapere in una nota l’azienda guidata da Jeffrey Hedberg –. In merito al dibattito in corso sui diritti del calcio in TV, WndTre ritiene che tutti gli appassionati di questo sport abbiano il diritto di scegliere la modalità di fruizione delle partite a loro più gradita. Pertanto, le autorità nazionali dovrebbero garantire al pubblico l’esercizio di questo diritto attraverso l’affermazione della pluralità tecnologica dell’offerta, che si tratti di banda ultralarga in fibra, satellite o digitale terrestre”.
Mentre Open Fiber “auspica che venga garantita a chiunque la possibilità di poter vedere il campionato di calcio italiano utilizzando la piattaforma del proprio operatore di riferimento e che non vi sia al riguardo nessuna limitazione – si legge in una nota -. L’infrastruttura Gigabit in fibra ottica di Open Fiber è nella disponibilità di oltre 100 operatori e broadcaster, proprio per supportare la migliore esperienza di fruizione di contenuti digitali. Non vi è infatti solo un tema di rispetto delle regole in materia di concorrenza, ma anche un problema di tutela dei diritti dei consumatori“.
La “libertà di scelta dei consumatori”
In un momento cruciale di passaggio per l’Italia dalla banda standard alla banda ultra larga, si legge ancora nella nota, questo accordo di esclusiva “non deve ledere la concorrenza”. Per questo Sky invita l’Antitrust ad agire con urgenza per garantire che il campionato di Serie A possa essere fruito “da tutti i consumatori in condizioni che favoriscono la concorrenza e la libera scelta”.
Tutti i nodi del “dossier”
Non è la prima volta che sul “dossier” viene invocato l’intervento delle autorità. Come sottolineato da Corcom, il vero tema al centro della contesa è quello della replicabilità dei pacchetti in bundle.
Al centro dello scontro la replicabilità dell’offerta da parte degli Olo, impossibile nel caso di un accordo fra Tim e Dazn che consentirebbe dunque solo alla compagnia guidata da Luigi Gubitosi la trasmissione del campionato sulla base della partnership siglata.
Non solo: anche se nell’ambito della partnership Tim-Dazn non fosse contemplata l’esclusiva, ciò non basterebbe a sgombrare il campo dai potenziali rischi: c’è da verificare, anche in caso di non esclusiva, a quanto sarebbero replicabili le offerte ossia se sia possibile un’effettiva concorrenza sui pacchetti in bundle.
Altra questione in ballo la gestione del call center Dazn che sarebbe in capo a Tim e che potrebbe dunque prefigurare problematiche relative all’accesso e alla gestione dei dati dei clienti in capo agli Olo: si punta dunque a verificare quali siano i “patti” fra Tim e Dazn anche su questo fronte e come eventualmente gestire i dati degli abbonati.