LA POLEMICA

Caso Facebook, Apple all’attacco: “Privacy è diritto umano, servono regole”

Duro attacco di Tim Cook contro il social dopo lo scandalo Cambridge Analytica: “Potremmo fare soldi a palate se monetizzassimo i nostri clienti. Ma abbiamo scelto di non farlo: non traffichiamo con la vita privata delle persone”

Pubblicato il 29 Mar 2018

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Tim Cook prende al volo l’assist che gli arriva dal caso Cambridge Analytica e lancia un duro attacco contro Facebook, finito nella bufera per aver ceduto i dati di 50 milioni di proprio utenti utilizzati poi a fini elettorali dagli strateghi della campagna di Donald Trump.

In un’intervista al sito Recode e a Msnbc il Ceo di Apple, preoccupato anche dalle pesanti conseguenze che lo scandalo sta avendo sulle quotazioni dei titoli tecnologici a Wall Street, prende una posizione estremamente dura contro il social network fondato da Mark Zuckerberg: “Potremmo fare soldi a palate se i nostri clienti fossero i nostri prodotti, se cioè olessimo monetizzarli. Ma abbiamo scelto di non farlo, perché non vogliamo mettere le mani sulla vita privata degli utenti: la privacy è un diritto umano, una libertà civile”.

L’intervista, di cui iniziano a circolare le prime anticipazioni, andrà in onda il sei aprile, ed è il mezzo con il quale Cook esce allo scoperto auspicando una serie di norme che chiariscano cosa si può e cosa non si può fare con i dati dei clienti: “non dovrebbero esistere”, sostiene il ceo di Apple, profili che ricostruiscono nel dettaglio le informazioni di singoli utenti, raccolte mettendo insieme le informazioni raccolte da fonti diverse, aggiungendo che prima dello scandalo non credeva che questi database esistessero. “E’ giunta l’ora per una serie di persone di pensare a cosa può essere fatto”, ha sottolineato, aprendo così a nuove norme per la tutela della privacy.

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