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Facebook “saluta” Palmer Luckey, lascia il fondatore di Oculus

L’annuncio in una nota del social network, ma non è chiaro se sia stato un licenziamento o un allontanamento volontario. Il giovane manager è stato al centro di polemiche per aver dato il suo appoggio a un gruppo di estrena destra

Pubblicato il 31 Mar 2017

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Palmer Luckey, il controverso co-fondatore di Oculus, ha lasciato Facebook. Lo ha confermato il social network che, comprando tre anni fa per due miliardi di dollari la sua società di produzione di caschi per la realtà virtuale, si era lanciato nel nuovo business. Facebook ne ha dato notizia con un laconico comunicato, senza spiegare se si sia trattato di un allontanamento volontario o un licenziamento. “Palmer ci mancherà: il suo spirito inventivo ha contribuito a dare il via alla rivoluzione della realtà virtuale moderna e a costruire un’industria. Gli siamo grati per tutto quello che ha fatto”, si legge nella nota.

Palmer Lucky non compare più in pubblico da diversi mesi, dopo le imbarazzanti polemiche per il suo attivismo nella campagna presidenziale americana a favore di un gruppo di estrema destra: il 24enne ha ammesso di aver dato 10mila dollari a un gruppo di trolls chiamato Nimble America, che su Internet appoggiava Donald Trump e ha condotto una campagna diffamatoria contro Hillary Clinton. Negli ultimi mesi non è più apparso ad alcun evento organizzato da Facebook, assente anche alla conferenza stampa a fine anno degli sviluppatori di Oculus.

L’ultima sua apparizione pubblica è stata al processo che accusa Facebook e Oculus di violazione della proprietà intellettuale: un giudice americano a febbraio li ha condannati a pagare 500 milioni di dollari alla società sviluppatrice di videogiochi, ZeniMax, che ha accusato Luckey e John Carmack, uno dei dipendenti di Oculus, di aver utilizzato codici informatici segreti e documenti, violando un accordo di riservatezza firmato pochi mesi prima dell’acquisto di Oculus. Nel corso del processo è emerso che Luckey aveva nascosto l’esistenza dell’accordo nel corso dei negoziati con Zuckerberg. ZeniMax aveva chiesto 4 miliardi di danni e nel processo, per difendere la sua azienda, ha testimoniato anche Mark Zuckerberg. Oculus ha preannunciato il ricorso.

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