AZIENDE

Facebook si lascia il datagate alle spalle: trimestrale tutta in crescita

I ricavi salgono del 30% e gli utili del 61% nonostante gli investimenti in nuovi prodotti e cybersicurezza. Utenti attivi a +9%. Ma dal 2019 nello stesso calderone quelli di Facebook, Instagram e Whatsapp

Pubblicato il 31 Gen 2019

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Lo scandalo dati non ha scalfito la crescita di Facebook: il colosso dei social media ha chiuso il quarto trimestre 2018 con risultati che superano le attese degli analisti nelle prestazioni finanziarie e nell’aumento degli utenti attivi.

Nel dettaglio, i ricavi salgono a 16,91 miliardi di dollari, oltre i 16,39 miliardi attesi dal mercato (e in crescita del 30% anno su anno) e gli utili si attestano a 2,38 dollari per share (contro 2,19 previsti dal mercato). Nonostante il forte incremento dei costi (compreso il personale di controllo su profili falsi e  fake news), l’utile netto è arrivato a 6,88 miliardi, in crescita del 61%. I ricavi da pubblicità sui dispositivi mobili hanno rappresentato il 93% del totale ricavi per il quarto trimestre 2018.

Gli utenti attivi giornalieri di Facebook sono saliti 1,52 miliardi (+1,8% su base trimestrale e l’8,6% in più anno su anno) e quelli mensili arrivano a 2,32 miliardi (stesso tasso di crescita), in entrambi i casi in linea con le attese di Wall Street; le entrate medie per utente valgono 7,37 dollari, più di quanto previsto dal mercato (7,11 dollari), pari a un incremento del 21% rispetto al terzo trimestre del 19% anno su anno.

L’incremento dell’Arpu è letto come un dato particolarmente positivo dagli analisti e dagli investitori; i tassi di crescita del numero di utenti attivi rappresentano un rallentamento rispetto agli anni scorsi, ma sono ugualmente interpretati come un segnale di forte resistenza dell’azienda di Mark Zuckerberg ai recenti scandali e alle conseguenti pressioni regolatorie. In particolare, gli utenti attivi giornalieri sono tornati a salire in ogni area geografica, ribaltando il trend in discesa registrato nei trimestri scorsi in Europa e Nord America.

“La nostra comunità e il nostro business continuano a crescere. Abbiamo cambiato radicalmente il modo in cui gestiamo l’azienda concentrandoci sui grandi temi sociali e investendo di più nelle nuove modalità per connettere le persone”, ha commentato Mark Zuckerberg.

Tuttavia non è scontato che Zuckerberg (di cui nei mesi scorsi qualcuno ha persino invocato le dimissioni da ceo) abbia messo le difficoltà alle spalle. Nei giorni scorsi l’azienda aveva già indicato l’intenzione, nel lungo periodo, di integrare i servizi di messaging di Facebook con quelli delle controllate WhatsApp e Instagram. Ora il cfo David Wehner ha fatto sapere che in un prossimo futuro l’azienda non riporterà più il numero di utenti della piattaforma Facebook, ma unirà le metriche della sua famiglia di prodotti, che include Instagram e WhatsApp. “Pensiamo che ciò rifletta meglio le dimensioni della nostra community e il fatto che molte persone usano più servizi” della galassia Facebook, ha detto Wehner. E’ un cambiamento simile a quello annunciato da Apple, che accorperà i dati di vendita dei suoi numerosi device, ma che non tutti gli investitori gradiscono, temendo sia lo strumento per schermare il rallentamento del core business.

Inoltre, per la prossima trimestrale Facebook ha detto di aspettarsi tassi di crescita meno brillanti per le revenue e ha avvisato che i costi sono previsti in aumento del 40-50% nel 2019 rispetto al full year 2018; ciò potrebbe impattare l’utile. I prodotti su cui il management di Menlo Park intende investire maggiormente sono le Storie  e i video Watch su Facebook nonché gli annunci su Instagram. Facebook potenzierà anche i servizi a supporto delle imprese e le spese in cybersecurity, per vigilare su fake news e contenuti violenti. Nei giorni scorsi l’azienda ha anche annunciato il nuovo sistema contro le ingerenze nelle ads politiche a tutela dei processi elettorali dei vari paesi in cui opera, Unione europea compresa.

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