Google aprirà un centro di ricerca sull’intelligenza artificiale (AI) in Cina: attrarrà talenti locali e li metterà al lavoro su prodotti e servizi basati sui più avanzati algoritmi di apprendimento per i software, anche se al momento i prodotti e servizi del colosso americano sono vietati dal governo di Pechino. Le autorità cinesi hanno infatti messo praticamente al bando il motore di ricerca di Google, il suo app store, i servizi email e cloud e il canale video You Tube.
Pechino impone severe regole alle aziende straniere che entrano sul mercato nazionale: si va dalla censura dei contenuti all’obbligo di condivisione di almeno parte della proprietà intellettuale. I regolatori cinesi del cyber-spazio (Cyberspace Administration of China) sostengono che le restrizioni sui media e le piattaforme Internet estere servono a bloccare interferenze che arrecano instabilità al paese e mettono in dubbio i principi del socialismo.
Cacciata dalla porta, Google cerca di rientrare dalla finestra facendo leva sulle ambizioni del governo cinese di fare della Tigre asiatica un campione mondiale nella ricerca e sviluppo di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale. In un comunicato sul suo blog ufficiale, Google ha detto che il centro di ricerca cinese è il primo nel suo genere in Asia (l’azienda ne ha altri a New York, Toronto, Londra e Zurigo, con cui il laboratorio cinese farà “rete”) e impiegherà un piccolo gruppo di persone che si aggiunge ai dipendenti che già lavorano nei suoi uffici a Pechino.
Il re-ingresso commerciale di Google in Cina non è probabile nell’immediato futuro, ma il colosso di Mountain View spera nei suoi prodotti di AI che pubblicizza ampiamente presso il governo nazionale e le amministrazioni locali. Quest’anno, per esempio, Google ha ospitato in Cina una gara di Go (tradizionale gioco cinese) in collaborazione con le autorità cinesi: un suo software super-intelligente si è battuto contro il campione mondiale di Go, Ke Jie, un evento che ha ricevuto grande risalto sui media internazionali, ma che su quelli cinesi, riporta Reuters, è stato messo a tacere.
“La scienza dell’AI non ha confini, e così i suoi benefici”, si legge ora nel comunicato con cui Google annuncia il nuovo centro di ricerca. Il colosso americano non molla: a inizio mese il suo Ceo Sundar Pichai ha partecipato a una conferenza gestita dalla Cyberspace Administration of China e ha concentrato tutti i suoi interventi sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale, evitando abilmente ogni possibile riferimento al ritorno della sua azienda sul mercato cinese. Per ora.