IL CASO

Google discrimina le donne? Più di 60 dipendenti pronte alla class action

Dopo il licenziamento dell’ingegnere James Damore, accusato di aver imputato a “motivi biologici” la scarsa presenza di donne in Silicon valley, arriva il contrattacco “in rosa”. Che potrebbe trasformarsi in una causa per sessismo e disparità salariali contro Mountain View

Pubblicato il 09 Ago 2017

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Accusano Google, azienda per cui attualmente lavorano o hanno lavorato, di sessismo e disparità salariali. E dopo il licenziamento di James Damore, l’ingegnere che in una mail aveva spiegato la scarsa presenza di donne nell’hi tech come una situazione dovuta a “motivi biologici”, sono pronte ad unirsi per intentare una class action contro il gigante dell’online. A guidare la “rivolta” sono più di sessanta tra dipendenti ed ex dipendenti della casa di Mountain view, secondo quanto anticipato al quotidiano britannico Guardian dall’avvocato James Frinberg di San Francisco, specializzato in azioni legali collettive.

Il legale spiega che le donne contestano di essere state pagate meno dei colleghi uomini a parità di qualifiche professionali e ruoli lavorativi, mentre altre sostengono di essere state ostacolate nella carriera da una “cultura che è ostile alle donne”.

Proprio ieri, Google aveva licenziato l’ingegnere autore di un manifesto che critica le iniziative per la parità e sostiene che il fatto che ci siano più uomini nei posti di comando di aziende tecnologiche sia dovuto a “differenze biologiche”.

Una class action intentata con queste motivazioni potrebbe finire per coinvolgere il Dipartimento del Lavoro, che recentemente ha convinto un giudice a costringere l’azienda a fornire parte dei registri salariali.

Google dal canto suo nega che i salari siano discriminatori. Ma l’avvocato Finberg sostiene di aver già parlato con circa la metà delle 60 donne del gruppo e che le testimonianze concordano su chiare disparità che danneggiano le donne in azienda.

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