LA SENTENZA

Il diritto all’oblio sul tavolo della Corte di Giustizia europea

Spetterà al supremo tribunale decidere sulla de-indicizzazione dei contenuti. La decisione del Consiglio di Stato dopo il ricorso di Google: a marzo 2016 il Cnil aveva chiesto la chiesto rimozione link in tutto il mondo

Pubblicato il 19 Lug 2017

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Sul diritto all’oblio deciderà la Corte di Giustizia europea. Il Consiglio di Stato francese che doveva decidere se i risultati di ricerca dovessero essere deindicizzati dal motore di ricerca, non solo in Francia o nei domini europei, ma anche a livello globale – essenzialmente dunque se l’autorità francese fosse competente nel far de-indicizzare dal motore di ricerca in tutto il mondo – ​ha rimandato la decisione alla Corte di Giustizia Europea.

“​Sin dal 2014 ci siamo impegnati per implementare in modo attento e completo in Europa quanto previsto dalla sentenza sul diritto all’oblio – spiega Peter Fleischer, global privacy counsel, Google. Negli ultimi 18 mesi, abbiamo difeso l’idea che ciascun Paese debba poter bilanciare libertà di espressione e privacy nel modo che ritiene più opportuno, e non nel modo scelto da un altro Paese. E lo stiamo facendo perché vogliamo assicurarci che le persone abbiano accesso al contenuto che è legale nel loro Paese. Continueremo a sostenere la nostra causa di fronte alla Corte di Giustizia Europea “.

Nel maggio 2016 Google aveva presentato in Francia un appello al Consiglio di Stato dopo la decisione del Cnil, il Garante francese per la protezione dei dati personali, ordinava a Big G di applicare il diritto all’oblio non solo in Francia ma in ogni Paese del mondo, condannandola a una multa ‘simbolica’ di 100mila euro. Il diritto all’oblio, stabilito da una sentenza della Corte di Giustizia Ue del 2014, contempla la cancellazione dai motori di ricerca di link riferiti a notizie ritenute “inadeguate o non più pertinenti”.

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