Va avanti a tappe forzate la battaglia della Germania contro le fake news e i reati d’odio perpetrati sui social network. Questa mattina il governo federale ha dato il via libera al progetto di legge presentato dal ministro alla Giustizia Heiko Maas, che prevede multe fino a 50 milioni di euro in cui incorreranno i giganti del web come Facebook, YouTube e Twitter se non saranno in grado di cancellare o comunque rendere inaccessibili minacce e commenti offensivi e diffamanti, incitazioni all’odio o a reati penali. Nonostante polemiche e controversie – non solo da parte dei giganti della Silicon Valley, ma anche da parte di attivisti della rete e associazioni dei diritti d’espressione, secondo cui la legge istituisce di fatto una sorta di “polizia d’opinione” – il governo ha deciso di procedere bruciando i tempi: l’idea è di far approvare il testo dal Bundestag prima della pausa estiva, o al più tardi prima delle elezioni federali di settembre.
“I social network devono assumersi le loro responsabilità se le loro piattaforme vengono utilizzate per diffondere atti d’odio e fake news penalmente rilevanti”, ha dichiarato Maas dopo il via libera al progetto di legge. A detta del ministro, “la rete contribuisce a formare il clima sociale e la radicalizzazione verbale spesso rappresenta un primo passo verso forme di violenza fisica”. Secondo il progetto, contenuti penalmente rilevanti devono essere cancellati o bloccati entro 24 ore dalla presentazione di una corrispondente segnalazione. Contestualmente deve essere anche realizzato un sistema di segnalazioni facilmente accessibile per gli utenti. Come scrive lo Spiegel online, dopo le stesse Facebook e Google, anche le associazioni di categoria che riuniscono le aziende operanti nei media cosi’ come realta’ quali la Fondazione Amadeu-Antonio, da sempre in prima linea contro gli abusi in rete, hanno duramente criticato il progetto di legge: “Si tratta nei fatti di una limitazione della libertà d’espressione”.
La preoccupazione – condivisa in parlamento dai Verdi – è che se si lascia nelle mani dei social network la decisione su cosa sia illegale e cosa no, finiranno per cancellare molto di più di quello che effettivamente va contro la legge. Google, riferisce sempre lo Spiegel online, parla per esempio del rischio di “overblocking”. Posizione condivisa dalla numero uno di YouTube, Susan Wojcicki, che la settimana scorsa ha affermato che per paura di pagare le super-multe milionarie si sia indotti a “censurare troppo”. Il ministero competente rimanda le critiche al mittente, ma – a quanto scrive il settimanale di Amburgo – ha inserito un passaggio che “ammorbidisce” la modalità del sanzionamento, chiarendo che la multa non scatta appena si registra una violazione, ma che quel che conta è la funzionalità effettiva del sistema di controllo. La legge prevede anche che Facebook, Google & co riferiscano ogni tre mesi dei risultati ottenuti e che debbano indicare un proprio responsabile in Germania.