I dati di Facebook nel mirino del Garante Privacy irlandese. L’autorità che ha giurisdizione su Facebook in quanto la sede europea è a Dublino, ha fatto ricorso alla Corte di Giustizia Ue per determinare la validità dei cosiddetti “contratti tipo” ovvero le modalità giuridiche alla base del trasferimento dei dati personali al di fuori della Ue.
La convinzione dell’autorità, guidata da Helen Dixon, è che il trasferimento dei dati fuori dalla Ue – così come da diritto comunitario – puà avvenire solo se il Paese dove le fino arrivano garantisce un livello di protezione adeguato. Una eventuale sentenza contro i “contratti tipo” potrebbe causare gravi problemi alle aziende che basano il loro business sul trasferimento dati: non solo social network ma anche quelle che effettuano servizi di prenotazione turistica, ad esempio.
Secondo il Garante irlandese il cambiamento della base legale che regolamenta il trasferimento dei dati negli Stati Uniti – il Privacy Shield che ha sostituito il Safe Harbor – non elimina il rischio che tali dati siano sottoposti alla vigilanza da parte delle autorità statali interne e soprattutto non predispone la possibilità di presentare un reclamo in caso di violazione dei diritti da parte dei cittadini europei.
L’azione promossa dal Garante irlandese segue le obiezioni che Max Schrems aveva presentato in ordine alle modalità con cui Facebook continuava a trasferire i dati negli Stati Uniti, sottolineando la continua violazione dei diritti dei cittadini europei, indipendentemente dalla base giuridica seguita per permettere il trasferimento. Perciò, anche l’utilizzo delle “model clauses” non garantirebbe una tutela ai dati personali trasferiti, andando perciò a violare i principi essenziali della privacy garantiti a livello europeo.