Il fondatore di Elliott Management, il multimiliardario Paul Singer, vuole rimpiazzare Jack Dorsey come ceo di Twitter. Secondo la stampa Usa, Elliott vorrebbe rimuovere dalla sua posizione Dorsey in parte perché la sua attenzione è divisa tra due aziende quotate in Borsa di cui è ceo, cioè Twitter e Square. E in parte perché lo stesso Dorsey ha dichiarato in passato che durante il 2020 avrebbe voluto passare almeno 6 mesi in Africa per esplorare nuove possibilità di business e investimento.
Quando la stampa ha anticipato la notizia, a mercati chiusi, il titolo di Twitter è cresciuto del 7% nell’after-hour. Il fondo attivista di Singer ha accumulato una “quota considerevole” delle azioni e adesso contesta la governance di Twitter. Dorsey, che aveva co-fondato nel marzo del 2006 l’azienda, era ritornato al timone nel 2015. Tuttavia i risultati non erano stati buoni: da allora il titolo di Twitter ha lasciato in Borsa il 6,2%, mentre nello stesso periodo Facebook è cresciuto del 121%.
L’hedge fund ha indicato anche quattro consiglieri per il board di Twitter, sempre secondo le indiscrezioni raccolte da Bloomberg venerdì scorso, anche se i posti da consigliere da riempire sono solo tre: in questo modo Paul Singer conta di riuscire a occuparli tutti. Soprattutto però Singer avrebbe detto in privato che vuole un altro ceo alla guida del social network che sia più dedicato, sia perché Dorsey è impegnato su due fronti (Twitter e Square) sia perché ha dichiarato di voler stare sei mesi in Africa.
Un elemento ulteriore di complessità deriva dalle elezioni presidenziali, che si terranno tra otto mesi. Il ruolo e l’importanza dei social media aumentano e questo sarebbe uno dei motivi che avrebbero dato una accelerazione alle richieste di cambiamento di Singer.
Nei giorni scorsi Twitter era intervenuto sul tema della politica e social sospendendo decine di account che riportano a materiale promozionale per la corsa alla Casa Bianca dell’ex sindaco di New York Michael Bloomberg. Il social aveva dichiarato che si tratta di “alcune sospensioni permanenti, in altri casi invece stiamo verificando gli effettivi titolari dei profili”.
Twitter ha spiegato alla stampa americana che gli account avevano violato le regole della piattaforma sulla manipolazione dei tweet e lo spam, utilizzando account multipli per sabotare e deviare numerose conversazioni online. Questa politica di Twitter è pensata sia per chi crea più account per pubblicare contenuti in maniera ridondante e quindi aumentare la propria credibilità, sia per chi “si coordina con altri o li compensa per ingaggiare in comportamenti artificiali, amplificando l’effetto della campagna, anche se poi le persone coinvolte utilizzano effettivamente un solo account ciascuno”.