Facebook vieterà le nuove ads politiche che verranno fatte circolare sulla sua piattaforma e su Instagram dal 27 ottobre, ovvero da una settimana prima delle elezioni presidenziali Usa, che si terranno il 3 novembre. Si tratta di una decisione significativa, anche se di impatto limitato da parte del social media di Mark Zuckerberg, che finora ha adottato sulla pubblicità elettorale un atteggiamento opposto a quello di Twitter e si è sempre rifiutato di mettere al bando le ads di carattere politico. Le campagne pubblicitarie presentate prima del 27 ottobre continueranno ad essere consentite.
Facebook, tramite un post dello stesso Zuckerberg, ha anche annunciato che linkerà ogni eventuale post di un candidato che cercherà di dichiarare vittoria prima che siano resi noti i risultati ufficiali delle elezioni rimandando alle fonti accreditate come Reuters e la National Election Pool, le uniche che saranno indicate come attendibili per l’esito del voto.
Lo scontro con Twitter
Finora Zuckerberg non si è mai piegato alla battaglia contro la disinformazione politica e ha sempre sostenuto che avrebbe consentito le ads di questo tipo su Facebook e Instagram, anche se i candidati usano i messaggi pubblicitari per mentire o diffondere fake news perché, secondo il ceo e fondatore dell’azienda di Menlo Park, non si può soffocare il dibattito politico.
Al contrario, social come Twitter e Pinterest sono stati più decisi nel mettere al bando le pubblicità politiche sulle loro piattaforme. Già alla fine dell’anno scorso Twitter ha annunciato lo stop alle pubblicità di carattere politico sulla sua piattaforma su scala globale, rispondendo così alle crescenti critiche sulla disinformazione da parte di politici sui social network. Jack Dorsey, ceo e co-fondatore del social dei cinguettii, ha dichiarato che “La pubblicità su internet è molto potente ed efficace, ma comporta significativi rischi politici laddove può essere usata per influenzare voti. Questo non ha nulla a che fare con la libertà di espressione. Ha a che fare con il pagare per raggiungere il pubblico più ampio possibile e questo ha significative conseguenze che l’architettura democratica di oggi potrebbe non essere in grado di gestire”.
La società ha dichiarato che verranno fatte alcune eccezioni, tra cui annunci pubblicitari che incoraggiano l’affluenza alle urne.
No alle ads che sfruttano il Covid per scoraggiare il voto
Su quest’ultimo punto anche Zuckerberg è diventato più deciso: saranno eliminati da Facebook e Instagram tutti i post che cercheranno di scoraggiare le persone dal recarsi alle urne sostenendo che contrarranno così il coronavirus o che in generale sfrutteranno l’emergenza sanitaria per impedire la partecipazione al voto. Per i post su Facebook e Instagram che “potrebbero usare il Covid-19 per scoraggiare il voto” da parte degli americani verrà fornito un link alle fonti di informazione “ufficiali e credibili” riguardo alla pandemia.
In pratica, i post scritti dagli utenti che usano il Covid-19 per spingere a non votare saranno consentiti ma non se dichiareranno esplicitamente che andare alle urne equivale ad ammalarsi. Non sarà possibile a nessuno pagare inserzioni pubblicitarie che danno messaggi di questo tipo. I post che cercano di delegittimare i risultati delle elezioni o i metodi di voto, benché legali, come il voto per e-mail, saranno permessi ma segnalati e accompagnati da ulteriori informazioni sul voto.
“Sforzo coordinato” per un’elezione equa
Zuckerberg ha infine detto che Facebook potenzierà le sue policy per evitare che vengano pubblicati post che incitano alla violenza contro i funzionari elettorali.
“Credo che la nostra democrazia sia forte abbastanza da superare questa prova e consentirci un’elezione libera e corretta, anche se ci vorrà più tempo per contare ogni voto”, ha scritto Zuckerberg nel suo post. “Siamo andati alle urne durante delle pandemie già in passato. Possiamo farcela. Ma servirà uno sforzo coordinato da parte di tutti – partiti e candidati politici, autorità elettorali, social media e anche elettori: ognuno è chiamato a farsi carico delle proprie responsabilità”.