Accordo Consip-DigitPA. I dirigenti dell’ex Cnipa sul piede di guerra

Il sindacato Falbi Confsal, rappresentanza sindacale dei manager, invia una lettera al ministro Brunetta: “Subito un incontro per discutere di un’intesa che mette a rischio l’esistenza stessa dell’ente”. In campo anche Cgil e Cisl che in una nota congiunta chiedono un incontro con i vertici: “Bisogna tutelare l’occupazione”

Pubblicato il 26 Set 2011

I sindacati dei lavoratori di DigitPA scendono in campo contro il
possibile accordo con Consip (per leggere la lettera inviata dal
presidente Francesco Beltrame ai vertici di Consip, clicca qui e
qui) che darebbe in capo alla società del Mef la gestione
delle gare per i progetti Ict pubblici e la gestione dei fondi
collegati a tali contratti.
Il Falbi Confsal che riunisce i dirigenti dell’ex Cnipa ha
inviato una lettera
al ministro della PA e innovazione, Renato Brunetta, di cui il
Corriere delle Comunicazioni è venuto in possesso. La missiva,
oltre a denunciare le difficoltà in cui versa DigitPA, punta il
dito direttamente contro l’intesa a cui stanno lavorando Beltrame
e Domenico Casalino, Ad di Consip.

“L’ultima brillante iniziativa degli organi di vertice che
riguarda un accordo di collaborazione tra DigitPA e Consip,
trasferisce alla stessa Consip, peraltro a pagamento da parte di
DigitPA, alcune delle principali attività di competenza
dell’Ente – si legge nella lettera – Ci chiediamo: Come può il
comitato direttivo deliberare una scelta così poco lungimirante e
non in linea con le previsioni del nuovo Cad ed i compiti
assegnatici dal Dlgs 177 (il provvedimento che ha riorganizzato
l'ex Cnipa, trasformandolo in DigitPA ndr) ? Qual’è la
strategia che sottende tale decisione? Una prossima chiusura
dell’Ente? Giova in questa sede ricordare che in passato l’Ente
ha realizzato e gestito progetti di assoluto rilievo che hanno
contribuito ad ammodernare tutta la pubblica amministrazione. Tali
progetti sono stati realizzati attraverso le professionalità di
eccellenza presenti presso l’Ente”.

Secondo il Falbi la linea di condotta assunta dal vertice ha invece
prodotto enormi danni nei confronti dei dipendenti dell’ente che
“si trovano ora inquadrati nei ruoli di un Ente che
precedentemente era un riferimento a livello nazionale ed
internazionale per l’Ict e che oggi, invece, può far da
riferimento si e no ormai per qualche sprovveduto negozio di
fotocopie vicino a viale Marx”.

I dirigenti entrano anche nel dettaglio delle quattro gare oggetto
dell’accordo con Consip.  Quella per i servizi di e-Government
sul digitale terrestre è nata a dicembre del 2010 e già da
gennaio 2011 la documentazione per indirla era pronta “ma mai
approvata senza che vi sia stata una seppur minima
motivazione”.

La gara per la la gestione dei flussi documentali è un problema
annoso. “Dapprima si è cercato di rinnovare il servizio di
protocollo informatico in Asp realizzato dal Cnipa e
l’ex-Presidente Pistella ha bloccato l’iniziativa – accusa il
Falbi – proponendo un fantomatico accordo con il Cnr per sviluppare
una soluzione Innovativa che non ha mai visto la luce.
Successivamente sono state presentate diverse proposte di
evoluzione del servizio che non sono mai state prese in
considerazione dagli organi di vertici”.
La gara per lo sviluppo di applicazioni per servizi rivolti a
cittadini e imprese deriva da un contratto quadro stipulato nel
2007, è praticamente bloccata da quell’anno “nonostante il
personale di DigitPA avesse proposto più volte diverse soluzioni
all’ex-presidente del Cnipa Fabio Pistella, diventato Commissario
ed infine membro del comitato direttivo di DigitPA”.

Infine la gara per i servizi di progettazione e gestione di reti
Lan di nuova generazione, preludio dell’evoluzione del Sistema
pubblico di connettività a cui manca – a detta dei dirigenti –
“una preventiva ricognizione approfondita degli scenari
tecnologici e di mercato disponibili ed un’analisi dei requisiti
e delle esigenze prospettate dalle amministrazioni, analogamente a
quanto fu fatto nel 2005. In assenza di tutto ciò il personale di
DigitPA competente in materia ha presentato diverse proposte di
evoluzione cercando di stimolare il confronto con i vertici ma
queste, come le altre, non sono state mai prese in
considerazione”.

In questo contesto il sindacato chiede a Brunetta come possa
avallare un accordo che di fatto relegherebbe DigitPA a un ruolo
del tutto di secondo piano, quasi irrilevante.
“Se si continua a perseguire tale politica di stagnazione delle
attività e delle decisioni e di un trasferimento, allorquando non
una duplicazione, degli obiettivi e delle competenze, assegnate dal
Dlgs 177, presso altri organismi si sta causando un danno, non solo
alla professionalità dei dipendenti di DigitPA, ma anche alle
casse dello Stato per dichiarata incompetenza dei vertici nella
gestione dei progetti, delle risorse finanziarie correlate e del
personale”.

Anche la Fp-Cgil forte preoccupazione nei confronti dell’intesa.
I sindacati – si legge nella nota – “ancora
in attesa degli sviluppi dei tavoli aperti da tre mesi sui temi
fondamentali che riguardano il personale, in particolare
sull’inserimento in ruolo del personale in comando, non
condividono affatto scelte che possono comportare un
ridimensionamento, se non addirittura la chiusura
dell’ente”.

Secondo i sindacati l’accordo con Consip sarebbe in contrasto con
le attuali disposizioni di legge “poiché i compiti istituzionali
di DigitPA previsti dal Dlgs. 177/2009 all’art 3 comma 2 lett. d)
prevedono in modo esplicito la possibilità data a DigitPA di
avvalersi di terzi nelle fasi di realizzazione e gestione dei
progetti, ma non in quella di predisposizione degli interventi. La
fase di predisposizione del progetto comprende evidentemente la
fase di progettazione disciplinata al Capo IV del Codice degli
Appalti, e quindi avvalersi di Consip in queste fasi appare in
totale contrasto con la disciplina istitutiva di DigitPA”.

“Si mette a rischio, inoltre la possibilità di contare sulle
risorse che competerebbero all’ente secondo le previsioni dal
Dpcm 23 giugno 2010 (4 per mille dei contratti-quadro o
convenzioni), risorse che, se introitate così come previsto,
potrebbero essere proficuamente indirizzate per sostenere il ruolo
e le attività dell’Ente?”
I sindacati chiedono dunque un immediato incontro con i vertici
dell’ente.

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