Governo ai ferri corti sull’Agenda digitale. Secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni a frenare le decisione di inserire o meno la discussione del pacchetto sviluppo nel prossimo Cdm ci sarebbe il braccio di ferro tra i ministri Passera e Profumo da un lato e quello dell’Economia, Vittorio Grilli.
Se da un parte infatti i titolari di Sviluppo economico e Istruzione spingono perché il pacchetto venga varato al più presto – “ci hanno messo la faccia e credono che il Digitalia così come gli incentivi alle start up siano stati già rimandati per troppo tempo” fanno sapere al Corriere delle Comunicazioni dal Miur – i tecnici del Tesoro sono propensi a far slittare ancora il decreto per mancanza di copertura finanziaria”.
Effettivamente i fondi ancora da reperire non sono pochi. Sul versante divario digitale e diffusione della banda larga mancherebbero all’appello 100 milioni su un totale di 150 nonché i 50 milioni del fondo start up e 50 per il fascicolo sanitario elettronico. Problemi di copertura anche per il documento digitale unificato per il quale servirebbero circa 80 milioni di euro l’anno, una volta a regime, e 30 milioni per l’avvio del progetto.
Come riporta il sito del Corriere delle Comunicazioni, agendadigitale.eu, l’ultima bozza del decreto, aggiornata a ieri, contiene alcune novità importanti, tra cui 170 milioni di euro per finanziare progetti di ricerca e innovazione, scelti da Miur, Mise e Agenzia per l’Italia digitale; viene anticipato al 2013-2014 l’obbligo per scuole medie e superiori di adottare libri digitali o in forma ibrida. Inoltre sono previsti 3 milioni di euro per la giustizia di gitale. Novità anche sul fronte del disegno di legge periodico sull’Agenda digitale: nella prima versione del provvedimento si stabiliva che il provvedimento fosse annuale mentre ora diventa biennale. Altra modifica importante riguarda l’e-commerce per il quale spariscono gli incentivi.
Ora il primo articolo prevede che il governo presenti ogni due anni (nella precedente bozza era ogni anno) un disergno di legge per rimuovere gli ostacoli legislativi e amministrativi allo sviluppo dei servizi digitali.
Il ministro della Sanità, Renato Balduzzi ha annunciato che “è più che probabile che l’Agenda digitale sia inserita nel Consiglio dei ministri di venerdì”. Ma bisogerà aspettare l’avvio della riunione per sapere se il provvedimento verrà esaminato o meno dato che l’ordine del giorno del Cdm pubblicato sul sito del governo non iclude il pacchetto sviluppo. La speranza è dunqe che l’Agenda digitale sia inserita “fuori sacco”.
Intanto qualche parlamentare inizia a scalpitare per i ritardi relativi al piano telematico. Il senatore del Pdl, Alessio Butti ha depositato un’interrogazione parlamentare urgente sulla mancata nomina del direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale.
“Tra le misure più rilevanti contenute nel Decreto Sviluppo, diventato legge lo scorso agosto spicca l’istituzione dell‘Agenzia per l’Italia Digitale – sottolinea Butti – Ho appena depositato un’interrogazione parlamentare urgente perché a tutt’oggi l’Agenzia è di fatto in stand by, nell’attesa che venga ancora formalizzata la nomina del Direttore generale, per la quale sembra che il governo brancoli nel buio”.
L’Agenzia, spiega Butti, “è sicuramente un organismo molto complesso, finalizzato a gestire obiettivi tra loro eterogenei, come lo sviluppo dell’amministrazione digitale e la progettazione e realizzazione di una strategia per la banda larga, indirizzata ad imprese e famiglie”. A giudizio di Butti “è altresì urgente che il governo vari al più presto il nuovo cosiddetto Decreto Sviluppo, prevedendo uno stanziamento certo di risorse per l’evoluzione digitale e per l’innovazione tecnologica”.