LIBERALIZZAZIONI

Agenda digitale: ecco le 15 proposte delle associazioni Ict

Aiip e Assoprovider fra i 10 firmatari del pacchetto di modifiche al dl liberalizzazioni. Diffusione del software libero nella PA, nuova procedura per l’assegnazione delle frequenze e abolizione del monopolio Siae le priorità all’odg. Sostegno bipartisan da Pd, Pdl, Idv e Radicali

Pubblicato il 08 Feb 2012

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Abolizione del monopolio Siae sull’intermediazione dei diritti d’autore, diffusione del software libero nella PA e nuova procedura di assegnazione delle frequenze con eliminazione del beauty contest. Sono tre delle 15 proposte di emendamento al decreto liberalizzazioni, presentate oggi in una conferenza stampa al Senato dalle associazioni Agorà Digitale, Articolo 21, Associazione Italiana Internet Provider, Associazione Italiana per l’Open Government, Assoprovider, Altroconsumo, Istituto per le Politiche dell’Innovazione, Libertiamo, Stati Generali dell’Innovazione (Sgi) e lo Studio Legale Sarzana. Obiettivo del pacchetto, come ha spiegato Luca Nicotra di Agorà Digitale, è “quello di eliminare al più presto i vincoli e gli ostacoli per chi vuole fare innovazione in questo Paese”.

La proposta relativa all’abolizione del monopolio Siae mira ad aprire il settore alla concorrenza nell’era dei contenuti digitali e al contempo rendere più efficiente e competitiva la Siae stessa. L’attuale normativa sulle liberalizzazioni ha aperto alla concorrenza il settore dell’intermediazione dei diritti connessi a quello d’autore, ad eccezione di quelli in capo alla Siae. “Si tratta – puntualizza Marco Scialdone di Agorà Digitale – di un monopolio che non ha più ragione di esistere, la cui compatibilità con i principi di concorrenza e l’ordinamento comunitario è dubbia”.

Per quanto riguarda l’adozione del software libero nella PA, la modifica proposta stabilisce che debba essere chiaro a livello normativo che il ricorso a questa soluzione e il riuso siano la regola e il ricorso al software proprietario l’eccezione. “Questo – spiega Flavia Marzano, presidente Sgi – non soltanto un garantirà un risparmio immediato alla PA ma avrà altresì un effetto volano per le aziende che si occupano della sviluppo e delle personalizzazione di soluzioni open, evitando fenomeni di lock in per l’amministrazione stessa”.

L’emendamento sull’assegnazione delle frequenze verte sull’abolizione dell’articolo 45 delle legge numero 88 del 2009 (che stabiliva la strutturazione di un beauty contest per l’assegnazione dello spettro) e la conseguente realizzazione di una gara a base onerosa di un terzo delle risorse a disposizione per radio e tv su base nazionale con “riserva di assegnazione a condizioni più vantaggiose a soggetti nuovi entranti nel mercato, caratterizzati da forme di azionariato diffuso”.

“Si prevede poi – puntualizza Fulvio Sarzana – un’asta per l’assegnazione di un ulteriore terzo dello spettro da assegnare ad operatori di comunicazione elettronica, mentre le frequenze residuali saranno assegnate dal Mise su base regionale a imprese a gestione femminile o giovanile per la realizzazione di reti e sistemi di comunicazione elettronica in banda larga nelle zone in digital divide”.

Inoltre il pacchetto prevede una serie di emendamenti relativi alla libertà di praticare sconti per le imprese che vendono libri e ed e-book, la trasformazione delle biblioteche dove fruire contenuti anche in digitale (così come previsto dal programma i2020 della Commissione Europea) e la delega al governo della riforma del diritto d’autore in linea con lo sviluppo dell’economia digitale.

Ancora in relazione al copyright, le associazioni propongono una diversa circolazione dei diritti online. “Per arginare la pirateria e promuovere il mercato dei contenuti digitali – spiega Guido Scorza dell’Istituto Politiche per l’Innovazione – è necessario prevedere che tutti i soggetti che operano nel mercato dei diritti d’autore rendano disponibile un’offerta online, abilitando al contempo la clientela al perfezionamento di contratti di licenza per via telematica”.

Focus anche sull’eliminazione delle finestre temporali con l’obiettivo di promuovere il mercato digitale dei contenuti audiovisivi e sull’equiparazione dell’Iva tra libri cartacei ed elettronici. Tornando alla PA, invece, le associazioni accendono i riflettori sull’open data che deve diventare un obbligo sia per garantire maggiore trasparenza degli enti sia per abilitare lo sviluppo di servizi che da quelle informazioni possono nascere. Contestualmente si propone il libero riuso di queste informazioni. Gli ultimi due emendamenti riguardano l’autorizzazione generale per l’installazione e la fornitura di reti pubbliche di comunicazione e la gestione delle frequenze su proprietà privata.

Il pacchetto ha incassato un interesse bipartisan da parte dei partiti. I senatori Vincenzo Vita (Pd), Donatella Poretti (Radicali italiani), Felice Belisario (Idv) e Lucio Malan (Pdl) si sono impegnati a studiare e a lavorare insieme per portare in aula queste proposte.

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