Il Senato frena sull’alfabetizzazione digitale. Ieri la Commissione Industria di Palazzo Madama ha bocciato la proposta – frutto del lavoro della Commissione Trasporti e Tlc della Camera e firmato da Paolo Gentiloni (Pd) e Antonio Palmieri (Pdl) – che prevedeva, a partire dal 1 ° gennaio 2013, in ogni nuovo contratto di servizio tra la Rai e il ministero dello Sviluppo economico un piano di alfabetizzazione informatica e sulle potenzialità dell’economia digitale, utilizzando la televisione generalista, un canale digitale tematico in chiaro e un portale internet dedicato.
Secondo Roberto Scano, presidente di Iwa Italy che sta monitorando attentamente l’attività parlamentare “sarà necessario fare pressione mediatica (e non solo) affinché il nuovo contratto di servizio Rai preveda comunque tale attività soprattutto utilizzando la Tv generalista in quanto è molto difficile trascinare l’utente “medio” ad un canale dedicato: vanno fornite “pillole di innovazione”, va fatto capire “quali benefici porta la tecnologia X” prima o dopo il prime-time ed eventualmente dedicare approfondimenti in altre fasce orarie”.
Tra gli emendamenti bocciati con parere negativo sia del Governo che del relatore, vi è l’emendamento 5.10 che porta la firma di Enzo Ghigo (Pdl) che prevedeva l’accesso all’Ini-Pec ovvero all’indice nazionale delle caselle di posta elettronica certificata a tutti i cittadini tramite sito Web e senza necessità di autenticazione.
Con la bocciatura della proposta, l’indice Ini-Pec rimarrà riservato alle sole PA, ai professionisti e alle imprese mentre i “semplici” cittadini dovranno utilizzare il registro imprese per scovare le Pec delle società e a quelli degli ordini professionali qualora questi siano pubblici.
E’ stato inveve approvato un emendamento che prevede l’accesso a internet senza alcuna discriminazione o forma di censura attraverso una carta dei diritti. Nella carta saranno definiti i “principi e i criteri volti a garantire l’accesso universale della cittadinanza alla rete internet senza alcuna discriminazione o forma di censura”. Lo scopo è quello di contribuire a ridurre il divario digitale soprattutto per le aree piu’ depresse del paese.