Le sorti dell’Agenda digitale italiana, a rischio con l’annuncio di dimissioni del primo ministro Mario Monti, preoccupano anche l’Europa. In un tweet il commissario Ue per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, ha ribadito il suo apprezzamento per il piano varato dal governo tecnico: “Una politica intelligente dovrà continuare su questa strada”.
Il decreto Crescita 2.0, a cui il Senato ha dato il via libera votando la fiducia al governo, aspetta l’ok della Camera che ha tempo fino al 18 dicembre, giorno in cui la validità del decreto scade. Oggi alla Camera sono stati presentati circa 400 emendamenti in vista della discussione in commissione Trasporti e Tlc e Attività produttive. Nel dettaglio la Lega Nord ha presentato circa 160 emendamenti, il Pd ne ha presentati poco meno di 50, 27 il Pdl e poco meno di 60 l’Udc.
Ma se anche Montecitorio dovesse riuscire a dare il via libera all’Agenda rimarrebbero in sospeso i decreti attuativi che il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, aveva promesso di varare entro la fine della legislatura. A elezioni imminenti però i decreti passeranno in carico al prossimo esecutivo che dovrà decidere se questi siano o meno una priorità.
In sospeso rimarrebbe anche il lavoro della neonata Agenzia per l’Italia digitale per la quale le regole di attuazione avrebbero rappresentato il primo importante banco di prova delle nuova governance dell’IT pubblico.
Oggi lo stesso Passera ha auspicato che il decreto sviluppo venga approvato “al più presto possibile”. “È un provvedimento a cui è stato dato un contributo molto forte da tutte le parti politiche, con misure concrete che favoriscono la crescita dell’agenda digitale e la nascita di nuove imprese”. Soprattutto, ha ricordato ancora Passera, è “molto atteso”, per “poter creare facilmente nuove aziende”.
Alessandro Fusacchia, coordinatore della task force start up del Mise, si dice ancora “fiducioso” sull’approvazione del Crescita 2.0. “Quattro giorni fa mi sarei detto sicuro al cento per cento dell’approvazione, oggi posso dirmi solo fiducioso”, ha detto a margine di un incontro con i fondatori di DigItaly Berlin. “Noi abbiamo fatto del nostro meglio, cercando di sviluppare l’Agenda in modo collaborativo e partecipato, coinvolgendo tutti gli attori e ascoltando tanti pareri diversi – ha sottolineato – La traduzione legislativa è stata abbastanza rapida; abbiamo insistito perché fosse un decreto legge in modo da avere tempi certi per il passaggio parlamentare. Un’eventuale “non approvazione” del decreto a questo punto sarebbe un grave errore, un’occasione sprecata per il Paese”.
A lanciare l’allarme anche le associazioni di esperti. Secondo Nello Iacono, presidente degli Stati Generali dell’Innovazione “non è pensabile che in un momento di crisi come quello attuale si perdano anche i pochi provvedimenti utili in tema di Agenda Digitale che sono contenuti nel decreto Crescita 2.0 appena approvato al Senato”.
“Non è l’Agenda Digitale che auspicavamo, ma sarebbe segnale di irresponsabilità grave vanificare quegli sforzi positivi che possono portare comunque degli importanti benefici al nostro Paese – sottolinea in una nota – Non si può ripartire da zero. L’Italia non può aspettare ancora”.
Per Gianmarco Carnovale, presidente di Roma Start Up, “non è per niente detto che un nuovo governo si metta a lavorare sui decreti attuativi, mentre è assai più probabile che il nuovo parlamento riprenda il ddl Gentiloni-Palmieri”.