Anche in Italia ci sia un Freedom Of Information Act. È l’appello della Federazione nazionale della stampa (Fnsi) in vista dell’approvazione del decreto Digitalia che dovrebbe essere discusso dal Cdm il prossimo 21 settembre. “Negli ultimi mesi – scrive la Fnsi in una nota – è aumentata la consapevolezza che, soprattutto nell’ambito dell’e-government e dell’open data, una premessa logica e indispensabile sta in quel principio-base che in ottanta Paesi democratici va sotto il nome di Freedom of Information Act (Foia): ogni atto delle pubbliche amministrazioni (dal governo ai Comuni, alle Regioni, agli Enti, alle istituzioni tutte) appartiene alla comunità e deve essere conosciuto dalla comunità”.
“In questi giorni Obama, proprio in nome del Foia – prosegue la Fnsi – ha dovuto rendere nota la formula precisa della birra prodotta dalla Casa Bianca che era un piccolo segreto. Non c’è più bisogno di dimostrare che l’efficienza delle attività amministrative e il buon governo della cosa pubblica si realizzano solo nella trasparenza totale. Né è un mistero che questa carenza del nostro ordinamento è anche una delle condizioni in cui la corruzione si afferma nei fatti. Chiediamo dunque che entri nell’Agenda Digitale l’avvio di un Foia italiano. Non ha costi, e sarebbe un segnale assai chiaro per gli osservatori e investitori internazionali interessati all’Italia che cambia”.
La Fnsi è certa così di “esprimere una domanda larga, di interesse generale e immediato. Per questo il 19 settembre ospiterà nella sede della Fnsi, in Corso Vittorio Emanuele, 349, la “Giornata della trasparenza”, lanciata con un convegno dalla “Iniziativa per l’adozione di un Freedom of Information Act in Italia” nata in primavera.