Ampliare l’utilizzo di Spid per i servizi fiscali. È l’auspicio del dg dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, espresso nel corso di un’audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni. “La Pec è uno strumento innovativo per il nostro sistema ma è già obsoleto. Ci si augura che l’attuazione dei servizi tramite l’identità digitale sia implementata”, ha spiegato Ruffini, commentando l’obbligo dal 2019 in capo ai consumatori di aprire una casella per ricevere la fattura elettronica di un acquisto direttamente da un fornitore.
Da estendere anche la precompilata a tutti contribuenti “quindi anche ai titolari di partita Iva”, ha sottolineato Ruffini, spiegando che la sua “si è invertito il paradigma secondo il quale il cittadino autodichiara i propri redditi e i propri oneri detraibili/deducibili e l’Agenzia, a distanza di tempo, li controlla sulla base di dati inviati da una pluralità di soggetti terzi all’Anagrafe Tributaria”.
Nel 2017 “circa 2,5 milioni di contribuenti hanno inviato la dichiarazione direttamente utilizzando la procedura disponibile sul sito internet dell’Agenzia delle entrate. In caso di accettazione diretta delle dichiarazioni proposte o anche con modifiche attraverso gli intermediari fiscali che appongono il visto di conformità, i contribuenti non possono più essere sottoposti al controllo documentale da parte dell’Agenzia delle entrate”.
La dichiarazione precompilata, ha aggiunto, “mostra un trend in termini quantitativi e qualitativi indiscutibilmente positivo: è stato registrato un incremento costante negli anni delle dichiarazioni trasmesse direttamente dal cittadino senza l’intervento di intermediari: da 1,4 milioni del 2015 a 2,5 milioni del 2017”. L’acquisizione di nuovi dati “analitici” da parte dell’Agenzia (fatturazione elettronica, certificazioni dei sostituti d’imposta, dati delle fatture, dati delle spese sanitarie, dati delle compravendite o delle locazioni) e l’evoluzione tecnologica consentono dunque “di intraprendere un percorso di progressiva dematerializzazione dei modelli di dichiarazione, eliminando in tal modo le complicazioni legate alla compilazione delle dichiarazioni fiscali. L’esperienza della dichiarazione precompilata può ora – ha evidenziato – essere ulteriormente sviluppata anche per altri adempimenti, razionalizzando e valorizzando il patrimonio informativo a disposizione dell’Agenzia delle entrate”.
“L’acquisizione di dati analitici da parte dell’Agenzia (fatturazione elettronica, certificazioni dei sostituti dimposta, dati delle fatture, dati delle spese sanitarie, dati delle compravendite o delle locazioni, etc.) e l’evoluzione tecnologica consentono di intraprendere un percorso di progressiva dematerializzazione dei modelli di dichiarazione, eliminando in tal modo le complicazioni legate alla compilazione delle dichiarazioni fiscali – ha poi sottolineato – L’esperienza della dichiarazione precompilata può ora essere ulteriormente sviluppata anche per altri adempimenti, razionalizzando e valorizzando il patrimonio informativo a disposizione dell’Agenzia delle entrate”.
Infine il caos spesometro. “Stiamo continuando l’interazione con Sogei per capire quali fossero i problemi tecnici dello spesometro – ha assicurato – Comunque Sogei ha risolto il problema che causava l’accesso ai dati a soggetti non autorizzati”.
“Da quanto ho saputo da Sogei, l’accesso era stato realizzato in modo tale da consentire solo a soggetti delegati di agire sui dati dei propri assistiti, ma in taluni casi si verificava l’ipotesi che il delegato potesse accedere anche ai dati di altri soggetti. Questa impostazione è stata eliminata ed è stata riportata a criteri di sicurezza”, ha concluso.