Sono circa 100 le candidature arrivate al governo per la selezione del direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale. Tra i curricula – ieri sono scaduti i termini per l’invio – ci sono ufficialmente quelli di Salvo Mizzi, manager di Telecom Italia alla guida dell’iniziativa Working Capital, Alfonso Fuggetta docente del Politecnico di Milano e ad di Cefriel, Agostino Ragosa, cio di Poste Italiane, Cristiano Radaelli, presidente di Anitec. Risultano inoltre arrivate le cadidature di Roberto Scano, consulente informatico e presidente di Iwa Italy, Massimo Melica avvocato specializzato in digital law, Giuseppe Attardi, professore ordinario presso il Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa, Angelo Raffaele Meo docente del Politecnico di Torino, Francesco Maria Rietti, informatico, Roberto Pesce, ad di NetxtiraOne, Flavia Marzano, docente all’Università di Roma Sapienza e fondatrice degli Stati Generali dell’Innovazione e Roberto Antonio Di Marco, ingegnere.
Inoltre la società di cacciatori di teste Russell & Reynolds sta lavorando a una short list di massimo 3 nomi, due quali potrebbero essere – scrive il Corriere della Sera – Stefano Quintarelli e Salvo Mizzi. L’elenco ufficiale dei candidati sarà reso noto dopo la nomina.
Ora la palla passa la governo. Stando a quanto stabilito dal primo decreto sviluppo infatti la nomina sarà decisa dal presidente del Consiglio Mario Monti, sentiti i ministri competenti ovvero Corrado Passera, Francesco Profumo e Filippo Patroni Griffi.
Ma sulla nomina pende il rischio ricorso amministrativo a causa dell’indirizzo Pec errato inserito nel bando pubblicato in Gazzetta Ufficiale: i candidati che hanno inviato il proprio cv all’indirizzo errato, senza aver consultato quello esatto riportato sui siti dei ministeri, hanno in mano le armi per fare ricorso al Tar per vizio di procedura.