Sembra non voler finire la telenovela dell’avviso pubblico per la selezione del direttore generele dell’Agenzia per l’Italia digitale. Dopo la data sbagliata, l’indirizzo Pec errato al quale inviare i curricula dei candidati, ora è la volta delle funzioni in capo al nuovo ente che il dg si troverà a coordinare.
Nell’elencare le funzioni dell’Agenzia, l’avviso fa riferimento al decreto sviluppo varato dal governo che norma la nascita dell’Agenzia e non – come invece dovrebbe essere – alla legge di conversione nella quale erano state inserite nuove attività a seguito di emendamenti approvati dalle commissioni Commissioni VI (Finanze) e X (Trasporti e Tlc) della Camera e poi passati anche in Senato.
Si tratta, nello specifico, del trasferimento all’Agenzia della funzione dell’Istituto superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione in materia di sicurezza delle reti e della progettazione e coordinamento delle iniziative strategiche e di preminente interesse nazionale per l’erogazione di servizi in rete della PA.
A mancare anche la partecipazione all’attuazione di programmi europei come Autorità di riferimento nazionale in ambito comunitario ed internazionale; l’adozione di indirizzi e pareri facoltativi alle amministrazioni sulla congruità tecnica ed economica dei contratti relativi all’acquisizione di beni e servizi informatici e telematici e la promozione di protocolli di intesa e accordi interistituzionali.