Se si tagliassero del 50% le spese informatiche correnti della pubblica amministrazione, così come previsto dal maxi emendamento al ddl di Stabilità, l’Inps non potrebbe svolgere le proprie funzioni. Alanciare l’allarme il presidente dell’Inps, Tito Boeri nel corso di una audizione davanti alla commissione Anagrafe Tributaria, spiegando che su 350 milioni di spesa corrente 198 sono assolutamente ”incomprimibili”. “E’ una decisione grave – ha detto – sono spese necessarie al funzionamento del sistema Inps e a fornire i servizi dell’Istituto”.
In sostanza, ha fatto notare Boeri, un dimezzamento dei 350 milioni farebbe sì che l’Inps “non potrebbe accendere i macchinari”; significherebbe infatti tagliare la manutenzione dell’hardware, non rinnovare le licenze d’uso del software, non rinnovare i macchinari obsoleti e usurati. Dalla misura, ha fatto notare il presidente Boeri, sono state esonerate le agenzie fiscali, ma anche l’Inps e l’Inail sono impegnate in prima linea contro l’evasione fiscale.
La proposta di riduzione delle spese digitali, ha detto ancora il presidente dell’Inps, era contenuta in un documento dell’Ibm per Confindustria in cui si spiegava che bisognava incrementare piuttosto gli investimenti per lo sviluppo; “ma un servizio come la simulazione della pensione – ha fatto notare Boeri – è fatto con spesa corrente”.
Ibm, in serata, ha smentito. “Con riferimento alle notizie di stampa relative alla Legge di Stabilità e, in particolare, alla riduzione della spesa informatica della PA, Ibm dichiara di non aver mai formulato alcuna proposta di taglio- si legge in una nota – Al contrario Ibm ribadisce l’importanza di un forte sostegno ai processi di innovazione e di trasformazione digitale del Paese, attraverso adeguati investimenti nel settore informatico e nelle banche dati di interesse nazionale per sostenere il contrasto all’evasione fiscale e contributiva”.
Anche Confindustria ha chiarito la sua posizione. “In merito alle misure contenute nella Legge di Stabilità relative alla spesa informatica della PA, Confindustria Digitale – chiarisce – ribadisce la propria contrarietà, espressa fin dal momento della presentazione in Parlamento del testo dell’art.29, a riduzioni degli stanziamenti per l’innovazione digitale nella PA”.
Il presidente dell’Inps ha quindi bocciato l’ipotesi di unificare in Sogei le banche dati: “trasferire tutto al di fuori ad un’altra entità è pericoloso – ha affermato – piuttosto dobbiamo arricchire le banche dati, integrarle, e mettere in rete le informazioni. Per questo abbiamo siglato convenzioni con le amministrazioni pubbliche e continueremo a farlo”.
Il 20 novembre l’Aula del Senato ha votato la fiducia al maxi emendamento alla legge di stabilità, con 164 voti favorevoli, 116 contrati e 2 astenuti. Il nuovo testo modifica quanto previsto dall’articolo 29 della legge di stabilità che tagliava del 50% le risorse. Nel provvedimento emendato – i commi dal 278 al 289 recepiscono l’emendamento approvato dalla Commissione Bilancio – il taglio del 50% sull’acquisto di beni e servizi informatici e di connettività nelle Pubbliche amministrazioni viene spalmato su tre anni. L’obiettivo infatti andrà raggiunto entro il 2018 e non più il prossimo anno. Nel dettaglio la norma prevede che il taglio del 50% (riferito alla spesa media in informatica del triennio 2013-2015) dovrà essere “raggiunto” alla fine del triennio 2016-2018, posticipando di fatto il taglio drastico della spesa.
Non solo, la novità inserita al Senato esclude dal taglio le spese per i “canoni” per i servizi di connettività (come le reti internet) e della spesa effettuata tramite l’acquisto centralizzato Consip.