“Entro ottobre 2013 sarà necessario rivedere l’intero sistema e la piattaforma utilizzata dal sistema sanitario nazionale” per le ricette e i certificati online. “I documenti con la semplice firma elettronica sono invalidi. Occorre la firma digitale del medico”, come previsto dalle direttive dell’Unione europea. A lanciare l’allarme è l’Anorc, che già in passato aveva richiamato l’attenzione del legislatore e degli enti coinvolti su questo “baco del sistema”.
La recente direttiva europea – spiega l’Anorc in una nota – stabilisce che gli Stati membri “provvedano a che le ricette contengano almeno i dati stabiliti dall’allegato”, tra cui la “firma per l’identificazione dello specialista prescrivente”. Nello specifico, il documento prevede che le ricette mediche includano necessariamente la firma dello stesso in “forma scritta o digitale in base al mezzo scelto per l’emissione della ricetta. La situazione attuale, invece, prevede che il sistema per l’autenticazione dei medici e per la generazione di certificati di malattia e ricette mediche digitali si basi tramite la semplice digitazione di Id e password, con la conseguenza che il documento informatico costituente la prescrizione o la ricetta medica risulta provvisto della sola firma elettronica semplice”.
Secondo Andrea Lisi, presidente di Anorc, “il tentativo di semplificare le procedure e controllare i dati relativi alla spesa pubblica in campo sanitario, presenta il paradosso di avallare la circolazione di documenti informatici che rappresentano prescrizioni mediche prive dello stesso valore giuridico e probatorio di quelle generate in forma cartacea, senza considerare le difficoltà per adeguare il sistema allo standard indicato ora dall’Unione”. Secondo l’Anorc, “l’adeguamento della normativa nazionale in tema di e-prescription appare inevitabile entro il termine del 25 ottobre 2013”.
La direttiva europea, pubblicata sulla gazzetta ufficiale europea del 22 dicembre 2012, rende obbligatoria la firma digitale per le ricette elettroniche perché siano valide valide tra i paesi dell’unione.
A questo proposito nei giorni scorsi si era mobilitata anche la Sit (Società italiana di telemedicina e sanità elettronica) che per bocca del suo vicepresidente Sergio Pillon, sottolineava la necessità per il Paese di adeguarsi agli obblighi europei. “La Sit – diceva Pillon – si augura che la recente direttiva europea costituisca lo stimolo giusto per migliorare la “ricetta elettronica” inserendo la firma digitale del medico a garanzia e sicurezza dei medici e dei pazienti”.