INNOVAZIONE

Appalti “smart”, nasce il centro di competenza targato Agid

L’hub supporterà le PA in tutto il ciclo di esecuzione del procurement. L’iniziativa è in linea con quanto previsto dal nuovo Piano Triennale. Focus anche sulla formazione

Pubblicato il 28 Giu 2019

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Nasce il primo centro di competenza territoriale sugli appalti innovativi. Il centro rientra tra le iniziative avviate dall’Agenzia per l’Italia digitale che mirano a promuovere l’utilizzo degli appalti innovativi e supportare le amministrazioni in attuazione a quanto previsto dal Piano Triennale 2019-21 nonché dall’accordo quadro per “la Crescita e la Cittadinanza Digitale Verso Gli Obiettivi Europa 2020”. L’hubo renderà disponibili i propri servizi alle PA che ne faranno richiesta.

In particolare si occuperà di supportare le PA nella strategia e programmazione per gli appalti d’innovazione, definendo caratteristiche e piano operativo delle gare ed effettuando un’analisi preventiva del fabbisogno d’innovazione. Tra gli altri compiti anche quello di fornire servizi di innovation procurement brokerage, mettendo a disposizione delle PA il portale Appaltinnovativi.GoV.  Qui le amministrazioni potranno dare visibilità ai propri fabbisogni di innovazione, favorendo la condivisione con le amministrazioni e l’ingaggio ampio delle università, dei centri di ricerca e dell’industria.

Infine erogherà servizi di servizi di committenza ausiliaria per l’esecuzione degli appalti, svolgendo il ruolo di stazione di committenza per conto delle PA che ne facciano richiesta e contribuirà alla formazione sugli appalti innovativi, supportando i programmi formativi e di capacity building delle amministrazioni in questa materia.

Il centro è l’ulteriore tassello del puzzle che si sta costruendo per permettere alla PA di acquistare beni e servizi in modalità intelligente: la leva sono gli appalti pre-commerciali.

Il ministro Luigi Di Maio, nei mesi scorso, ha firmato il decreto che destina ai bandi di domanda pubblica intelligente 50 milioni a valere sul Fondo di crescita sostenibile.

Il Mise individuerà insieme alle PA i fabbisogni smart mentre il decreto prevede che le imprese partecipino ai bandi con uno studio di fattibilità tecnica e con prototipi. Il nuovo modello partirà dunque, non più dai beni e servizi da comprare, ma dal “fabbisogno di innovazione” degli enti. La formula cosiddetta di pre-commercial procurement prevede anche convenzioni con Agid.

L’appalto pubblico pre-commerciale (Pcp) è un istituto di derivazione europea finalizzato a promuovere l’innovazione tecnologica tramite l’acquisto “non in esclusiva” di servizi di ricerca applicata e sviluppo sperimentale. L’approccio prevede la condivisione dei rischi e dei benefici alle condizioni di mercato tra acquirente pubblico e soggetti aggiudicatari dell’appalto, in virtù della quale diverse imprese sono chiamate a sviluppare, in modo parallelo e concorrente, soluzioni innovative – quindi non ancora presenti sul mercato – idonee a fronteggiare le esigenze e le sfide poste dal settore pubblico.

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