«Competenze digitali e non alfabetizzazione informatica». Giovanni Biondi, Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Miur e coordinatore del tavolo di lavoro sulle competenze informatiche nella cabina di regia, puntualizza subito di cosa si occupa il suo gruppo.
Professor Biondi, c’è una differenza tra sviluppare competenze e alfabetizzare?
Parlare di promozione di e-skills è più aderente all’obiettivo che si pone la cabina di regia, certamente. In genere l’alfabetizzazione è più connessa alla scuola, che resta comunque un ambito prioritario ma non esaurisce il nostro campo di azione che mira a ridurre globalmente un gap digitale che in Italia si attesta al 43% contro una media europea del 30%.
Come intendete muovervi?
Come dicevo prima, la scuola è il primo ambito che verrà presidiato. Nonostante ben il 93% degli studenti italiani sappia utilizzare Internet e le nuove tecnologie, la scuola soffre di un gap che non ci possiamo più permetterci di sostenere. Mi riferisco a quello che riguarda i docenti che, vuoi per motivi di età vuoi per motivi culturali, sfruttano poco l’Ict nella didattica, con il risultato che solo 16% degli alunni ha a disposizione strumenti di apprendimento innovativi. Per superare questo stato di cose stiamo iniziando un percorso condiviso con gli editori che mira allo sviluppo di libri digitali, un vero e proprio acceleratore di conoscenza e innovazione perché facilitano l’interdisciplinarietà e l’approfondimento.
Ci sono corso bandi per la realizzazione di 20 prototipi di “edizioni digitali scolastiche” con caratteristiche multidisciplinari, trasversali, flessibili, multipiattaforma e accessibili. In cantiere ci sono poi progetti riguardanti le connessioni in banda larga e il cloud computing.
In cosa consistono?
Con il coordinatore del tavolo Infrastrutture e Sicurezza, Roberto Sambuco, lavoreremo all’espansione di Internet veloce negli istituti di ogni ordine e grado che è la base nonché per creare una piattaforma cloud dove gli insegnanti possano archiviare i loro contenuti didattici. Stiamo pensando a un repository nazionale e altri legati alle singole scuole.
Recupererete qualcosa dei progetti dei precedenti governi?
Stiamo continuando con il progetto Classi 2.0 che si propone di modificare gli ambienti di apprendimento attraverso un utilizzo costante e diffuso delle tecnologie a supporto della didattica quotidiana. Alunni e docenti possono disporre di dispositivi tecnologici e device multimediali e le aule vengono progressivamente dotate di apparati per la connessione ad Internet. Finora sono state “innovate” 416 aule e 16 istituti scolastici. Inoltre stiamo spingendo sulla diffusione delle lavagna interattive digitali (Lim): finora ne sono state consegnate 53mila – il 16% delle classi rispetto ad una domanda 5 volte superiore – ma siamo ancora lontani dal raggiungere la massa critica necessaria ad innovare la didattica. Di intesa con alcune Regioni – Sardegna e Calabria – il ministero sta mettendo a disposizione ad alunni e insegnanti tablet con annessi contenuti digitali appositamente studiati per valorizzare le tecnologie introdotte. E’ inoltre previsto un approfondito ciclo formativo per i docenti delle scuole.
Questo sul versante scuola. Lei ha però precisato che il lavoro del tavolo “competenze digitali” non si ferma in quell’ambito…
Esattamente. Di concerto con il ministero del Welfare, promuoveremo l’uso delle Ict nei vari settori professionali, del mondo del lavoro pubblico e privato, per garantire la riqualificazione e la formazione professionale continua. Inoltre puntiamo ad incentivare il target femminile all’uso delle Ict: in Italia più che in altri Paesi esiste un forte gender gap nell’utilizzo di Internet e nuove tecnologie che impatta negativamente sulle possibilità di impiego e, quindi, sulla competitività del sistema Paese nel suo complesso. Tutto questo sarà adeguatamente sostenuto da campagne di comunicazione istituzionale l’utilizzo delle tecnologie e la promozione delle conoscenze.
Gli esperti di competenze digitali lamentano una mancanza di governance..
Il tavolo cabina di regia punta proprio a colmare questa carenza.
AGENDA DIGITALE
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Pubblicato il 03 Apr 2012
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