Giulia Bongiorno richiama all’ordine le PA sul digitale. La ministra della PA ha adottato la circolare con la quale si sollecitano tutte le amministrazioni pubbliche a individuare un Responsabile per la Transizione al Digitale (Rtd), come previsto dal Codice dell’amministrazione digitale. Si tratta della figura prevista come obbligatoria dal Cad a partire dal 14 settembre 2016 ma che ad oggi risulta operativa solo in un numero limitato di amministrazioni.
“Con la circolare – si legge in una nota di Palazzo Vidoni – nella convinzione della centralità del ruolo del Rtd ai fini della trasformazione digitale dell’amministrazione e del pieno adempimento delle norme in materia di innovazione della pubblica amministrazione, si richiamano le amministrazioni a provvedere, con ogni opportuna urgenza, alla individuazione del Rtd preposto all’ufficio per la transizione al digitale e alla relativa registrazione sull’Indice delle pubbliche amministrazioni (Ipa)”.
L’art. 17 del Cad stabilisce che ciascuna pubblica amministrazione sia tenuta ad affidare ad un unico ufficio dirigenziale, fermo restando il numero complessivo degli uffici, la “transizione alla modalità operativa digitale e i conseguenti processi di riorganizzazione finalizzati alla realizzazione di un’amministrazione digitale e aperta, di servizi facilmente utilizzabili e di qualità, attraverso una maggiore efficienza ed economicità” nominando appunto un Responsabile per la Transizione al Digitale (Rtd).
Nel testo di legge si attribuiva alla struttura per l’organizzazione, l’innovazione e le tecnologie una serie di compiti di rilievo strategico. Tra i suoi compiti quello di analizzare la coerenza tra l’organizzazione dell’amministrazione e l’utilizzo delle tecnologie digitali, di ridurre i tempi e i costi dell’azione amministrativa e anche di promuovere le iniziative attinenti l’attuazione delle direttive impartite dal Presidente del Consiglio dei Ministri o dal Ministro delegato per l’innovazione e le tecnologie.
Il nuovo Cad (ovvero la versione novellata del 2016) ne definisce invece la collocazione organizzativa e dispone che, con riferimento ai compiti relativi alla transizione alla modalità digitale, risponde direttamente all’organo di vertice politico dell’ente (nel caso dei Comuni al sindaco, ad esempio) o, in sua assenza, a quello amministrativo.
Il fatto che l’Rtd dipenda dall’organo politico “denota – spiegano da Palazzo Vidoni – la volontà del legislatore di ricondurre immediatamente al vertice dell’amministrazione la governance della transizione del Paese al digitale, attraverso la realizzazione di servizi pubblici rivisitati in un’ottica che ne preveda la piena integrazione con le nuove tecnologie e non più la giustapposizione di queste ultime alle esistenti forme di organizzazione”.
Intanto inizia il conto alla rovescia per la nomina del successore di Diego Piacentini come commissario all’Agenda Digitale. Come riporta Repubblica in pole ci sarebbe Luca Attias, attualmente direttore generale dei sistemi informativi della Corte dei Conte.
Il mandato di Piacentini è scaduto ma il vicepremier Di Maio avrebbe chiesto al manager di rimanere per avviare il lavoro di digitalizzazione nella fase iniziale del Reddito di cittadinanza che sarà fruibile solo via bancomat o app. Ad affiancarlo il Team per la trasformazione digitale che è stato prorogato temporaneamente fino a fine ottobre. A fine mese è previsto un ulteriore decreto per allungare il mandato di un anno.