PA DIGITALE

Bonus pubblici, a fine anno debutta IdPay: controlli più forti

L’annuncio del ministro Colao: “Entro maggio il decreto attuativo. In sei mesi la piattaforma digitale per l’erogazione dei benefici sarà totalmente operativa”

Pubblicato il 23 Feb 2022

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Entro fine anno la messa in esercizio della piattaforma IdPay. Lo ha annunciato il ministro per la Transizione digitale, Vittorio Colao, rispondendo in aula alla Camera durante il question time a un’interrogazione Pd sui tempi di realizzazione della piattaforma digitale per l’erogazione di benefici economici pubblici.

“La piattaforma Idpay consentirà di standardizzare e digitalizzare esattamente i processi di erogazione dei benefici economici pubblici – ha detto Colao – In merito alle tempistiche di implementazione siamo partiti con le analisi tecniche, le concludiamo entro la prima decade del mese di marzo. Il decreto attuativo con cui definiremo tutte le modalità di colloquio tra i sistemi per la gestione contabile della spesa, le modalità standardizzate di erogazione e la fruizione dei benefici e delle modalità di remunerazione di servizio sarà adottato entro maggio, ovviamente dovremo fare dei passaggi con il Mef e il Garante della Privacy”.

“Lo sviluppo della piattaforma si concluderà, diciamo, in 6 mesi – ha puntualizzato – Il che vuol dire che entro la fine dell’anno contiamo di arrivare alla concreta messa in esercizio della piattaforma Idpay con almeno una pubblica amministrazione pilota”.

Certificato di esenzione vaccinale

Colao ha risposto anche un quesito relativo alla digitalizzazione dei certificati di esenzione vaccinale. “Di una completa automazione anche del processo di conversione delle certificazioni già rilasciate, purtroppo, come succede in altri casi, io devo rivelare” che si è “intervenuti su un processo” che è “esclusivamente analogico” e quindi “c’è un’assenza dei registri presso i medici di base o le strutture sanitarie che sono necessari a verificare l’esistenza e l’autenticità dello stato”. “In assenza di registri contenenti il dato dello stato di esenzione il processo di conversione da cartaceo a digitale non può essere automatizzato”, ha poi aggiunto il ministro.

Tlc, il bando per le isole minori

Colao ha poi ricordato che è stato lanciato il nuovo bando per la connettività nelle isole minori. “Ci siamo interessati e insieme ai colleghi del Mise l’abbiamo messo a posto: ora è uscito un nuovo bando e speriamo che funzioni”, ha detto il in audizione, risponde a una domanda sul bando per la connettività nelle isole minori che nel 2021 era andato deserto. Sostanzialmente, ha detto Colao, la motivazione è che il bando prevedeva penali “che erano troppo alte” con i tempi per i collegamenti difficili da rispettare perché per portare la fibra ottica nelle isole “si richiede una nave posa cavi che sono poche e super prenotate” come hanno spiegato le imprese motivando la mancata presenza al bando.

Il bando da 45 milioni di euro per la diffusione della connettività nelle isole minori delle regioni Lazio, Puglia, Sicilia, Toscana e Sardegna riguarda la progettazione, la fornitura e posa in opera dei cavi sottomarini in fibra ottica e relativa manutenzione.

Il bando fa parte degli interventi previsti dalla Strategia nazionale per la Banda Ultra Larga, finanziato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Missione 1, componente 2, investimento 3.1.5 Isole Minori) con risorse anticipate a valere su fondi per lo Sviluppo e la Coesione del Ministero dello sviluppo economico.

È possibile presentare le offerte entro le ore 13.00 del 18 marzo 2022. I lavori dovranno essere terminati entro il 31 dicembre 2023 e la manutenzione assicurata fino al 31 dicembre 2028.

Per partecipare alla gara gestita da Infratel Italia, è necessario accedere e registrarsi alla piattaforma telematica dedicata.

Nel bando sono previsti criteri di assegnazione che comprendono: offerta economica; qualità e metodologia della progettazione e realizzazione delle infrastrutture terrestri e dei cavi sottomarini, con una specifica attenzione alle misure di contenimento dell’impatto ambientale, servizi di manutenzione e misure relative a parità di genere, inclusione, sostegno a categorie svantaggiate.

PA digitale, l’appello dell’Upi

Intanto l’Upi chiede al ministro di includere anche le Province nel piano di digitalizzazione della PA. In una lettera il presidente Michele de Pascale evidenzia la necessità di “consentire alle Province che hanno costituito strutture a supporto dei processi di digitalizzazione e innovazione ai Comuni, soprattutto di medio e piccole dimensioni, di svolgere al meglio anche queste funzioni”.

Nella missiva si sottolinea come, ad oggi, le Province siano escluse da una parte essenziale delle missioni del Pnrr del ministero per la digitalizzazione della PA come l’abilitazione e facilitazione della migrazione al cloud, la piattaforma digitale nazionale dati, l’esperienza dei servizi pubblici, l’ accessibilità, l’adozione di PagoPA e app IO, la digitalizzazione degli avvisi pubblici e i centri di facilitazione digitale.

“La strategia definita dal dipartimento per la trasformazione digitale – scrive de Pascale al ministro – per avere successo deve coinvolgere tutte le istituzioni della Repubblica, in modo che tutte possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi nel Pnrr”. “Per far decollare una moderna organizzazione digitale che garantisca servizi a cittadini e imprese serve un forte investimento per il rafforzamento delle capacità amministrative di tutte le istituzioni, sia con la formazione del personale in servizio, sia con l’assunzione di nuove professionalità”, conclude nella lettera il presidente dell’Upi rivolgendo al ministro Colao la richiesta di aprire un confronto.

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