Broggi: “Con il Cad nasce l’IT consapevole”

L’Ad di Consip: “L’uso sapiente dell’hi-tech è la chiave della PA digitale”

Pubblicato il 18 Apr 2011

Anche Consip scende in campo per raggiungere gli obiettivi del
nuovo Codice dell’amministrazione digitale. E lo fa mettendo a
disposizione skill e soluzioni dedicate al mercato
dell’e-procurement. A spiegare il ruolo di Consip nel nuovo
quadro tracciato dal Cad, l’amministratore delegato della Spa del
Mef, Danilo Broggi.

Da esperto di PA e addetto ai lavori, come giudica il testo
aggiornato del Codice digitale?

Il nuovo Cad rappresenta un vademecum completo e puntuale sulla
modernizzazione della PA attraverso l’uso delle nuove tecnologie.
Il valore aggiunto riguarda il concetto di “uso sapiente”
dell’Ict che non si deve porre l’obiettivo di innovare
solamente gli strumenti ma soprattutto rivedere i processi,
nell’ottica di una maggiore efficienza del back office e,
conseguentemente, del front office. L’applicazione del Codice
digitale mitigherà gli effetti della frammentazione che
caratterizza il nostro Paese, contribuendo a diffondere le best
practice e a sviluppare standard comuni.

Come si inserisce l’attività di Consip in questo
contesto?

La nostra attività non è rivolta al semplice sviluppo di
soluzioni efficienti per gli acquisti pubblici online ma alla
creazione di una “cultura” della digitalizzazione proprio
attraverso quelle stesse soluzioni. Un esempio è la nuova
piattaforma targata Consip, caratterizzata da un alto livello di
flessibilità e di personalizzazione, che getta le basi per
un’ulteriore diffusione delle nuove tecnologie applicate al ciclo
degli acquisti e viene incontro alle esigenze diverse di PA e
fornitori. Lo sviluppo di questa soluzione colloca Consip a livello
di eccellenza europea. Si tratta infatti di una piattaforma
proprietaria che la società ha profilato in autonomia, acquistando
i sorgenti e non, come avviene normalmente, adattando piattaforme
commerciali. Un progetto che può essere a buon titolo considerato
un “unicum” in Europa e nel mondo. A sei settimane dal suo
avvio la piattaforma ha già consentito di gestire 12mila ordini su
convenzioni e Mercato elettronico della PA (Mepa) e oltre 2.500
richieste d’offerta, ovvero “mini-gare” online.

A proposito di Europa, come si colloca l’Italia
nell’utilizzo dell’e-procurement rispetto agli altri
Paesi?

Se compariamo il nostro Paese con i livelli di utilizzo
comunitario, siamo perfettamente in linea con la media europea. Se
invece guardiamo alla dinamica del mercato nazionale, rileviamo un
trend di crescita costante nell’utilizzo dell’e-procurement.
Detto questo, va ricordato che gli acquisti pubblici online sono
ancora in una fase iniziale nella quale serve puntare con forza
allo sviluppo di tecnologie abilitanti e, soprattutto, diffondere
una cultura dell’innovazione tra le pubbliche amministrazioni e
le imprese. E in tale percorso è importante tenere l’Europa come
benchmark di riferimento, anche in vista della creazione di un
mercato unico dell’e-procurement. Va letto in questa chiave il
progetto Peppol (Pan European Public Procurement Online) dove
Consip coordina il gruppo di lavoro sul “catalogo elettronico”:
un modello organizzativo e una soluzione tecnologica per la
creazione di cataloghi elettronici standard e multilingue,
destinati alle pubbliche amministrazioni europee che fanno acquisti
di beni o servizi in via telematica.

Lei ha citato le imprese. In Italia, soprattutto quelle
medio-piccole che sono l’architrave del sistema economico,
trovano forti difficoltà a realizzare progetti di innovazione.
Come si sta muovendo Consip per permettere alle piccole e medie di
diventare fornitori della PA?

Consip lavora a stretto contatto con Piccola Industria,
l’associazione di Confindustria che raccoglie le piccole imprese,
con l’obiettivo di garantire alle società più piccole la
possibilità di misurarsi con il mercato delle forniture pubbliche.
Nell’ambito di questa partnership abbiamo aperto circa 180
sportelli per erogare servizi di supporto alle aziende locali
nell’utilizzo del Mepa e degli altri strumenti innovativi
d’acquisto della Pubblica amministrazione, anche attraverso
eventi e seminari di approfondimento dedicati. Già oggi sul
Mercato elettronico della PA sono attive 3.685 Pmi, di cui il 65%
di micro-aziende e il 25% di piccole imprese, con oltre 77mila
transazioni per un transato di oltre 254 milioni di euro nel 2010.

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