Brunetta: “Agenda digitale bloccata da Letta e Monti”

L’ex ministro della PA e Innovazione: “Non si è fatto altro che stoppare tutti i progetti avviati dal governo Berlusconi”. E sull’Agenzia per l’Italia digitale: “Stendiamo un velo pietoso sul suo funzionamento”

Pubblicato il 10 Feb 2014

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Duro attacco del capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta, ed ex ministro della PA nell’ultimo governo Berlusoni, al commissario di governo per l’Agenda digitale, Francesco Caio. L’esponente di Forza Italia contesta la tempistica annunciata da Caio per l’attuazione del programma dell’Agenda digitale in una intervista al Messaggero e lancia l’allarme sui ritardi della PA nei confronti delle imprese che “tra poche settimane dovranno obbligatoriamente mandare le fatture solo in formato elettronico, pena il loro mancato pagamento”.

“Tutti sanno, ma sono stato l’unico a dirlo pubblicamente e tante volte, che l’azione del governo Monti prima e del governo Letta oggi è servita unicamente a fermare tutti i progetti avviati dal presidente Berlusconi e che, come ministro dell’Innovazione ho seguito quotidianamente. Progetti complessi, difficili, duramente contrastati dalla burocrazia interna ma che noi abbiamo fondato su due pilastri fondamentali: la trasparenza e la chiara attribuzione delle responsabilità”.

“Dopo di noi tutto è tornato nell’ombra e nessuno sa più chi ha il compito di fare cosa – sottolinea – Caio si vanta di aver sbloccato lo statuto dell’Agenzia per l’Italia digitale. Agenzia voluta dall’allora ministro Passera, che ha chiamato da Poste Italiane il direttore generale, e che, a quasi due anni dalla sua istituzione, è ancora ferma al palo. Non sono state smentite le voci di una forzatura sulla coerenza con le norme in materia di assunzione di nuovi dirigenti esterni. Stendiamo un velo pietoso e non ne parliamo più, saranno altri a valutare le singole responsabilita'”, conclude l’ex ministro della Innovazione dell’ultimo governo Berlusconi.

Oggi in un’itervista al Messaggero, Caio ha sottolineato che “l’attuazione dell’Agenda digitale è la rifoma dello Stato” dalla quale “arriveranno forti risparmi di spesa e opportunità di occupazione”.

Si può legittimamente parlare di “missione compiuta”, ora che le risorse e lo statuto per l‘Agenda digitale hanno ottenuto il placet ufficiale dal Governo. Mr Agenda digitale mostra un “moderato ottimismo” sul futuro della rete spiegando che “da qui si parte per trasformare l’amministrazione pubblica da fardello per imprese e cittadini, a fattore di competitività per il Paese”. “Penso che il lavoro sia ben avviato – prosegue – e che l’Italia ora possa fare un vero salto di qualità. Nel percorso della spending review un passaggio fondamentale sarà la fatturazione elettronica: diventerà il meccanismo principe nella gestione della spesa dello Stato anche per superare le incertezze sui pagamenti”.

Tra i benefici concreti che si potranno attendere “in questo campo – aggiunge – ha senso darsi un orizzonte di 12-18 mesi quando la fatturazione elettronica si estenderà a Regioni e Comuni. Allora si che i vantaggi saranno più consistenti: 8-10 miliardi di minori costi della macchina pubblica nel 2016-15 includendo anche i pagamenti elettronici e il fascicolo sanitario elettronico in fase di decretazione”, conclude.

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