Brunetta: “Dalla sanità digitale risparmi per 12 mld l’anno”

Il ministro in audizione davanti alla Commissione parlamentare sull’Anagrafe tributaria: “Vantaggi economici pari all’11,4% della spesa sanitaria totale”. Entro il 2012 digitalizzati tutti i servizi primari

Pubblicato il 02 Mar 2011

Oltre 12 miliardi di euro di risparmi ogni anno grazie all’uso
dell’Ict in Sanità. Il Brunetta lo ha sottolineato oggi davanti
alla Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe
tributaria che ha audito il ministro sullo stato di avanzamento del
programma di digitalizzazione della sanità italiana previsto dal
Piano e-Gov 2012.
Nel corso dell’audizione
il titolare di palazzo Vidoni ha illustrato il pacchetto integrato
di iniziative in corso nell’e-Health: dalla trasmissione online
dei certificati medici alla ricetta medica elettronica, passando
per il fascicolo sanitario elettronico e i centri unici di
prenotazione.
“I risultati finora raggiunti – ha spiegato Brunetta – portano a
guardare con ottimismo ai prossimi passi da compiere, soprattutto
tenendo conto dei significativi benefici che derivano
dall’applicazione delle nuove tecnologie digitali all’intero
comparto della salute. Sviluppare l’e-Health in Italia è un
nostro impegno prioritario: come confermano anche alcune stime
elaborate da Confindustria, grazie all’introduzione delle Ict
nella Sanità è infatti possibile ottenere un risparmio
complessivo pari a 12,4 miliardi di euro in un anno (pari
all’11,7% della spesa sanitaria). Proprio per questo il Piano
e-Gov 2012 ha previsto per la Sanità un portafoglio di interventi
condiviso da tutte le amministrazioni operanti a livello centrale,
regionale e locale, in grado di aumentare il tasso di adozione
delle Ict nel settore e garantire uno sviluppo omogeneo dei servizi
primari sul territorio, creando le precondizioni per l’offerta di
servizi ad alto valore aggiunto. L’obiettivo è far sì che entro
il 2012 siano semplificati e digitalizzati i servizi elementari e
create le infrastrutture per una erogazione di servizi sanitari
sempre più vicini alle esigenze dei cittadini, migliorando il
rapporto costo-qualità e limitando sprechi/inefficienze”.

Il ministro Brunetta si è soffermato in particolare sulla
trasmissione online all’Inps dei certificati di malattia di tutti
i dipendenti pubblici e privati, definendola “una riforma
win-win-win in cui vincono tutti: cittadini, imprese, medici, Inps
e Regioni. “Il sistema è ormai pienamente operativo e diffuso in
modo uniforme in tutto il Paese, anche grazie al costruttivo
confronto con le organizzazioni rappresentative dei medici, alla
collaborazione con le altre amministrazioni, con le Regioni e tutti
gli attori del comparto Salute – ha proseguito – Siamo di fronte
a una storia di successo: dall’aprile 2010 a oggi sono stati
trasmessi online all’Inps oltre 6 milioni di certificati di
malattia (pari a oltre il 90% dei certificati acquisiti) e
attualmente almeno 9 medici di medicina generale su 10 usano ormai
abitualmente la nuova procedura”.
Il nuovo sistema, ormai pienamente a regime, impatta favorevolmente
su circa 17 milioni di lavoratori dipendenti (di cui 13,5 milioni
del settore privato), oltre 6,1 milioni di imprese e circa 180.000
medici (di 57.000 medici di famiglia).

“Questa riforma segna un importante passo in avanti nel processo
di modernizzazione del Paese, dal momento che imprime una forte
accelerazione alla realizzazione di servizi innovativi sempre più
vicini alle esigenze di cittadini e imprese, oltre che nella
direzione di un considerevole risparmio di risorse pubbliche – ha
concluso – Come noto, la nuova procedura produce infatti risparmi
immediati a favore dell’Inps (derivante dall’abolizione del
processo di data entry dei certificati di malattia cartacei, che
prima occupava 500 addetti), delle imprese (derivante dalla
possibilità di un monitoraggio più efficace dell’assenteismo) e
degli stessi lavoratori dipendenti (derivante dall’abolizione
dell’invio con raccomandata del certificato di malattia
all'Inps e al datore di lavoro, per un costo stimato di circa
100 milioni di euro l’anno)”.

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