Brunetta: “Per l’e-gov banda larga non indispensabile”

Il ministro della PA e Innovazione: “Tutti i progetti messi in campo finora hanno usufruito delle reti esistenti”. E accusa le imprese: “Ritardo digitale rispetto alla PA”

Pubblicato il 28 Mar 2011

“All’e-Gov non serve la banda larga. Tutti i progetti messi in
campo dal 2009 ad oggi, dalla Pec fino ai certificati di malattia
online, sono stati supportati con le reti esistenti”. Lo ha detto
il ministro della PA e Innovazione, Renato Brunetta, aprendo il
convegno “Italia digitale”, organizzato da DigitPA per fare il
punto sui programmi Ict pubblici.

“Certamente – ha poi puntualizzato il ministro – trovare gli
800 milioni di euro per ridurre il digital gap è importante
perché si tratta di investimenti di sistema che potranno
migliorare anche le performance delle prestazioni online, oltre che
rilanciare l’economia tutta”.
Secondo Brunetta più che un “fatto di banda”, l’e-Gov “è
una questione di cultura, di organizzazione e di capitale umano che
devono – e noi lo abbiamo fatto – tornare al centro di ogni
azione innovativa”.

Oltre a “derubricare” il tema del broadband, il ministro si è
spinto oltre sottolineando “il ritardo digitale del mondo delle
imprese rispetto alla PA italiana” che in soli due anni è
balzata ai primi posti della classifica Ue dei Paesi più
digitalizzati.
“Per questo – ha concluso Brunetta – invito tutte le
associazioni del mondo produttivo, da Confindustria fino a Reti
Imprese Italia, a spingere sui progetti Ict nelle aziende perché
ci sia una maggiore capacità di dialogare per via
telematica”.

Nell’indagine “European e-Government Benchmarking 2010” la
Commissione europea ha infatti attestato che l’Italia è tra i
Paesi con i migliori risultati in tema di e-Government: prima per
disponibilità e seconda (al 99% dell’indicatore) per qualità e
innovazione dei 20 servizi prioritari per i cittadini e le imprese.
Inoltre la disponibilità telematica dei servizi prioritari ha
raggiunto il 100% (era il 69% nel 2009), contro una media europea
che si ferma all’82%. La qualità dei servizi offerti è al
livello più alto per la quasi totalità dei 20 servizi prioritari:
insieme a Germania, Svezia e Portogallo, l’Italia è al 99%
rispetto alla una media Eu27 che si assesta a circa l’89%.

All’evento promosso da DigitPA è intervenuto Deok-Seob Shim,
direttore generale del ministero della PA e Sicurezza della
Repubblica di Corea, il Paese – stando ai dati Ocse – più
digitale al mondo sia per diffusione di banda larga sia per servizi
pubblici.
“Il nostro piano di e-Gov è iniziato già alla fine degli anni
Ottanta – ha spiegato Shim – e oggi abbiamo digitalizzato
completamente sia il back office, con l’introduzione di soluzioni
Ict e la connessione telematica tra i diversi dipartimenti
pubblici, sia il front office con l’erogazione dei servizi
all’utente”.

La Corea del Sud è stato il primo Paese ad erogare prestazioni
riguardanti servizi doganali e brevetti esclusivamente per via
telematica.
“Il nostro obiettivo, che contiamo di raggiungere entro il 2014
– ha concluso – è quello di passare dall’e-Gov allo smart gov,
ovvero a una PA che sia presente anche sulle piattaforme mobili e
che salga sul treno delle tecnologie di ultimissima generazione,
come il cloud computing che contiamo di diffondere massicciamente
per supportare back e front office”.

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