Brunetta torna alla carica di Tremonti, stavolta chiedendo al
ministro dell’Economia di accelerare sulla carta di identità
elettronica che – come previsto dall’ultimo decreto sviluppo
– dovrebbe entrare in vigore da gennaio 2012. “Nei mesi
passati, grazie alla collaborazione instauratasi tra tutte le
amministrazioni coinvolte, importanti passi in avanti sono
realizzati ai fini della definizione della normazione tecnica
necessaria all’attuazione di quanto stabilito sulla recente
normativa in materia di carta di identità elettronica – scrive
il ministro della PA e Innovazione – Ho appreso inoltre che è
stato da te emanato l’atto di indirizzo strategico previsto
dall’articolo 10, comma 4 del dl n. 70/2011 con cui, ai fini
della realizzazione di questo progetto, sono ridefiniti i compiti e
le funzioni di Sogei e del Poligrafico dello Stato”.
“Tale atto – osserva Brunetta – non è stato tuttavia ancora reso
pubblico, con il risultato che gli uffici coinvolti nella messa a
punto del progetto sono nell’impossibilità di concludere il
lavoro. Ti sarò pertanto grato se potrai intervenire dando
l’impulso necessario alla realizzazione di un progetto così
importante sul fronte dell’innovazione e della modernizzazione
del nostro Paese, in particolare rendendo noto il predetto atto di
indirizzo”.
Nei giorni scorsi Palazzo Vidoni aveva inviato il Mef a varare i
provvedimento attuattivi – nell’ordine – dei pagamenti
elettronici, delle ricette mediche digitale e infine della
documento elettronico d’identità per i dipendenti pubblici al
palo, appunto, per la la mancata attuazione dei decreti.
La Cie era stata ripescata dal cassetto in cui giaceva ormai da
anni con il varo del decreto sviluppo dello scorso giugno. Stando a
quanto previsto dal provvedimento, la card verrà rilasciata, a
partire dal 2012, “a tutti i cittadini indipendentemente
dall'età (prima il limite era a 15 anni ndr) anche se
l'obbligo di rilevare le impronte digitali è soppresso per i
minori di 12 anni”. Gradualmente la carta d'identità
elettronica incorporerà anche la tessera sanitaria.
Le “prove generali” del rilancio del documento elettronico
sarebbero state fatte, appunto, con la carta destinata ai
dipendenti della PA. Ma finora la mancanza dei provvedimenti
attuativi ha impedito al realizzazione del progetto che tanti
ostacoli ha incontrato sul suo cammino.
A puntare sulla Cie erano stati il ministro dell’Innovazione
Lucio Stanca e il suo successore Luigi Nicolais. Poi era arrivato
Brunetta che, tutto concentrato sul lancio della Posta elettronica
certificata, aveva pensato di allungare i tempi del documento
cartaceo a 10 anni, annullando così ogni progetto che puntasse
alla digitalizzazione dell’identità almeno fino a giugno quando
la Cie era rientrata nei programmi di governo.
Nel mezzo di questi dieci anni una serie di scontri-confronti tra
il governo centrale e i Comuni, che avevano sollevato remore sul
rilascio di una card poco “finanziabile” con le già magre
finanze degli enti locali, e disinteresse da parte dei cittadini,
restii a farsi rilasciare un documento che di innovativo aveva ben
poco, visto che né il terzo governo Berlusconi né quello
successivo guidato da Prodi erano riusciti ad elaborare una
strategia di lancio che, oltre la rilascio, prevedesse l’aggancio
di servizi pubblici elettronici.