Se non sarà più “entro Natale” – come aveva promesso la ministra Marianna Madia – il nuovo Codice della amministrazione digitale avrà vita (forse più probabilmente) al primo consiglio dei ministri utile del 2016, a inizi gennaio.
Siamo insomma al rush finale per la riforma PA, anche se al momento infatti risultano ritardi tecnici per i lavori sul nuovo Cad, nei decreti del disegno di legge delega Madia. Fonti vicine a chi sta scrivendo il testo danno per improbabile che la riforma possa andare nel cdm previsto prima di Natale (e ancora non fissato). Da Funzione Pubblica confermano in parte questa previsione: “non sappiamo se la legge andrà prima di Natale o a inizi gennaio. Dipenderà da altre urgenze e dalla disponibilità, ancora incerta, del premier, ora a Bruxelles”.
Ricordiamo che sono una ventina i decreti associati alla legge Madia e “la riforma del cad rientra nel primo blocco di decreti”, spiegano da Funziona Pubblica. Ci sarebbe tempo infatti dodici mesi per i decreti, ma intenzione del Governo è fare subito la parte relativa alla riforma digitale. Ci si è resi conto infatti che era necessario dare una cornice normativa di supporto a Spid (identità digitale) e Italia Login e l’occasione arriva appunto dalla riforma del Cad.
Beninteso, la riforma del Cad non cambierà Spid, rispetto a quanto già previsto nei decreti attuativi varati, ma serve appunto da cornice normativa per farlo partire senza ulteriori indugi, spingendo le amministrazioni pubbliche a aderire (tutte entro 24 mesi). Il Cad però dovrà anche fare spazio, nel nostro ordinamento, alle novità introdotte dal Regolamento europeo eIDAS in fatto di autenticazione e firma elettronica. Un adeguamento su cui l’Italia è già in ritardo (il Regolamento è esecutivo da settembre).
I decreti della legge Madia dovrebbero anche dare all’Italia il primo vero Freedom of information act (Foia), per la trasparenza degli atti pubblici.