Pochi grandi bandi concentrati soprattutto su commodity come luce, gas, auto e un sempre maggiore ricorso alle aste digitali per l’acquisto di alcune tipologie di prodotti, come in una grande “Amazon della PA”. E’ questo il futuro di Consip che traccia l’amministratore delegato Cristiano Cannarsa, in occasione di un press lunch, guardando le tendenze che caratterizzano l’attività della società e tracciando un bilancio di tre anni di attività. “Sono arrivato nel giugno 2017 ereditando una situazione di complessiva criticità del sistema Consip”, ricorda Cannarsa spiegando che al suo arrivo ha trovato un elevato contenzioso e soprattutto processi interni non strutturati. “Abbiamo cambiato tutti i vertici dei diversi settori – spiega – dando spazio a professionalità che già erano nell’azienda”.
Alcune piccole novità hanno consentito di raggiungere grandi risultati. Ad esempio al suo arrivo c’erano 252 incarichi affidati ad avvocati esterni mentre alla fine del 2018 è stato possibile introdurre il patrocinio da parte dell’avvocatura dello Stato. “L’idea è che chi acquista beni per la PA – dice Cannarsa – possa essere difeso da chi difende la PA”.
L’altra novità si inserisce nel complicato rapporto tra le amministrazioni pubbliche e le procedure di gara ed è stata quella che Cannarsa definisce “l’inversione della busta A”. “E’ quella che contiene i documenti per verificare i requisiti di accesso ad una gara, la prima che veniva aperta – racconta – Il risultato è che ancora prima di passare alle due buste successive, quella con l’offerta tecnica e quella con l’offerta economica, si perdeva tempo per verificare i requisiti e si dava subito lo spazio a ricorsi. Ora, invece, si valutano gli aspetti tecnici economici e poi, alla fine e solo per chi ha vinto la gara, se ci sono anche i requisiti previsti dal bando”. Il risultato, spiegano in Consip, una riduzione dei tempi – per il bando Facility Management 4 si impiegarono 9 mesi solo per la busta A – e anche del contenzioso.
L’emergenza coronavirus
Il coronavirus ha avuto ed avrà un impatto anche sugli acquisti della PA realizzati attraverso le piattaforme della Consip. “Abbiamo avuto e ci aspettiamo ancora – adice Cannarsa – un boom degli acquisti di pc portatili per favorire lo smart working della pubblica amministrazione, che in questo momento si sta favorendo”. L’ultimo ordine è stato quello della giustizia amministrativa che ha fatto un acquisto di 600 portatili. “In tempi di Coronavirus si potranno così garantire i servizi essenziali anche da casa”, afferma Cannarsa che spiega che in Consip tutti i computer sono portatili e “se volessimo potremmo già tutti lavorare a casa da domani”.
Nota dolente è invece lo “scaffale elettronico” per le mascherine che in questo momento risulta vuoto. “E’ un problema che deriva dai produttori che non avevano magazzino e non avevano programmato questo picco di acquisti – sostiene l’Ad – Credo che, visto che molti prodotti e componenti arrivano dalla Cina, in futuro potrebbero esserci rallentamenti anche per altri generi di prodotti, ad esempio per quelli tecnologici”.