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Caos Anagrafe unica, Anci contro Sogei: “Comuni costretti a infrangere norme statali”

Il delegato all’innovazione Marco Filippeschi: “Le soluzioni proposte dalla in house crea costi a carico dei Comuni. Ora basta cercare capri espiatori”

Pubblicato il 23 Mar 2017

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“Il sistema dei Comuni crede fermamente nell’utilità dell’avere un sistema centralizzato delle informazioni anagrafiche, ma non può fare a meno di constatare che ad oggi il progetto presenta ancora alcune difficoltà attuative, legate in particolare alla relazione fra sistema centrale e sistemi informativi in uso nei Comuni. Si è sottovalutato l’impatto dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente sugli enti locali”. Il delegato Anci all’innovazione e sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, risponde così alle osservazioni sollevate dall’Ad di Sogei Cristiano Cannarsa riguardo la presunta “ritrosia” dei Comuni nell’aderire al nuovo sistema, piombato nel caos e fermo al palo.

La maggior parte dei Comuni, spiega Filippeschi, “possiede già software specifici e integrati per le funzioni demografiche. L’impatto dell’adeguamento del software locale diventa di conseguenza ingente, sia in termini organizzativi, sia in termini di risorse finanziarie”. Considerare l’anagrafe come un pezzo a sé stante, facilmente sostituibile e senza nessun onere a carico del Comune “ha costituito una leggerezza, che adesso si sconta con il ritardo accumulato dal progetto”. Il grande problema risiede secondo il delegato all’innovazione dell’Anci nell’avere “indirizzato le risorse solo alla realizzazione dell’infrastruttura centrale senza tener conto dei costi di adeguamento dei sistemi locali”.

L’amministratore delegato di Sogei, in audizione davanti alla commissione Anagrafe Tributaria, ha stimato in 200 milioni di euro l’anno di mancati risparmi il costo per il mancato decollo dell’Anpr, ricordando che oggi solo due Comuni, Bagnacavallo (Ravenna) e Lavagna (Genova), sono migrati sulla nuova piattaforma. Filippeschi risponde ricordando che “è interesse di tutti che l’Anagrafe unica sia realizzata” perché con un archivio anagrafico centralizzato “i Comuni saranno sollevati dagli obblighi informativi nei confronti della altre pubbliche amministrazioni, e al contempo sarà semplificato l’accesso dei cittadini alle proprie informazioni, a prescindere dal Comune di residenza”. Ma l’Anpr, ribadisce Filippeschi, “deve anche garantire ai Comuni l’operatività quotidiana dei Servizi demografici e degli uffici ad essi collegati”.

E tornando sulle parole di Cannarsa, spiega che “è controproducente continuare a ripetere che l’introduzione dell’Anpr non genera costi sul livello locale, ma anzi comporta dei risparmi: l’impatto sui Comuni è oneroso e non si tratta certo di ritrosia”. La soluzione proposta da Sogei, risponde ancora Filippeschi, “crea inevitabilmente dei costi a carico dei Comuni che, oltretutto, saranno costretti a disattendere due norme statali: la prima, quella che istituisce l’Anpr, che sancisce il vincolo di invarianza finanziaria, la seconda, la legge di stabilità 2016, che impone il contenimento della spesa pubblica per l’informatica con un obiettivo di risparmio del 50%”.

Il delegato dall’Associazione dei Comuni italiani ricorda che la fase di sperimentazione-assistita richiesta dall’Anci e sancita in Conferenza Unificata il 5 agosto 2014 “doveva servire proprio a questo: quantificare l’effettiva ricaduta economica ed organizzativa sul comparto locale”. Ora, conclude Filippeschi, “sussistono gli elementi conoscitivi necessari a procedere ad un cambio di passo e accompagnare i Comuni con le misure realmente adeguate a favorire il dispiegamento dell’Anpr. Cercare un capro espiatorio non aiuta il progetto. L’Anci e i Comuni continueranno a dare la loro massima disponibilità e a fare la loro parte”.

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