In tempi di coronavirus anche la carta del docente ha bisogno di “aggiornamenti” per essere più efficace. Tra i servizi e i dispositivi che possono essere acquistati attraverso questo strumento messo a disposizione del ministero, infatti, sarà importante aggiungere in tempi rapidi anche l’attivazione di giga aggiuntivi per cellulari, l’acquisto di internet key, router portatili o tablet. A lanciare l’appello è la Flc Cgil, che spiega la richiesta con l’aumentata necessità di navigazione per accedere ai sistemi e-learning, soprattutto sotto forma di videoconferenze, chat di gruppo e lezioni nelle aule virtuali.
Commentando la decisione del ministero dell’Istruzione di prorogare fino al 31 luglio 2020 la possibilità, per i docenti, di acquistare gli strumenti informatici utili alla didattica a distanza, come webcam, microfoni, penne touch screen, scanner e hotspot, il sindacato ha sottolineato come si tratti di misure che vanno incontro “alle esigenze di adattare e potenziare i dispositivi tecnologici per l’insegnamento con metodologia in remoto, l’unica attuabile in questo periodo di emergenza sanitaria, ormai proiettato nella durata di ulteriori mesi”. Si tratta però, secondo la Flc Cgil, di una misura “parziale”, che “non tiene conto che avviare la didattica a distanza richiede i device adatti, ma anche la disponibilità di connessione, fattore che grava sui lavoratori in quanto i giga sono spese essenziali alla prestazione professionale, però completamente a carico degli interessati”.
“Avviare le dovute interlocuzioni con i gestori di telefonia per l’accreditamento non è semplice, né breve, ma è auspicabile che l’amministrazione riesca, in tempi ragionevoli, a trovare un accordo utile a soddisfare, almeno in regime transitorio e di straordinarietà, questa esigenza prioritaria della didattica a distanza – conclude il sindacato – Senza dimenticare che a questa didattica ora indispensabile, sta contribuendo ogni lavoratore della scuola nel rispetto del diritto allo studio di milioni di ragazze e ragazzi. Va superato il discrimine inaccettabile che esclude dai benefici economici della “carta” alcuni, come i supplenti che prestano medesimo impegno di insegnamento e pari responsabilità, e il personale Ata che assicura in smart working lo svolgimento delle attività funzionali degli uffici. Il contesto deve far riflettere: se l’emergenza deve diventare anche un’opportunità, questa sia consentita a tutti, solo così potremmo parlare di vera e strutturale innovazione del sistema scolastico”.