Obiettivo, risorse e fiducia. Sono queste, per l’Ad di Consip Domenico Casalino, le tre parole chiave per l’Agenda digitale. “Le forti aspettative di cittadini e imprese sull’Agenda Digitale si scontrano oggi con le complessità burocratiche e con la scarsità di fondi – dice Casalino al Corriere delle Comunicazioni – Queste parole vanno lette come un acceleratore”.
Iniziamo dall’obiettivo.
Il Governo punta allo sviluppo dell’economia digitale, attraverso la digitalizzazione pervasiva delle procedure gestionali della PA e del settore privato, nonché tramite la valorizzazione delle competenze professionali, soprattutto dei giovani. Ma per mettere in campo azioni efficaci servono risorse specifiche.
E qui arriviamo alla seconda parola chiave: le risorse.
Esattamente. In questo senso per realizzare l’Agenda Digitale sono a disposizione due tipi di fondi: quelli nazionali, da reperire attraverso la riqualificazione della spesa pubblica e quelli comunitari, da spendere presto e bene. E sul primo punto, ovvero la riqualificazione della spesa pubblica, Consip gioca un ruolo fondamentale, ottimizzando le risorse – scarse in tempi di crisi economica e spending review – rendendole disponibili per soluzioni realmente innovative per la PA.
A proposito di risorse per l’Ict, qual è la situazione attuale nell’amministrazione italiana?
In base ai dati Assinform, la spesa pubblica diretta Ict nel 2012, esclusa la difesa, è stata pari a 5,8 miliardi di euro, a cui occorre aggiungere la spesa indiretta, come quella per locazioni, energia, logistica, ecc. La riqualificazione di questo grande volume di risorse, unitamente ai fondi comunitari può concretamente finanziare la digitalizzazione dei processi della PA. La frammentazione delle soluzioni e la polverizzazione dei centri decisionali però rende difficile avviare le profonde trasformazioni necessarie.
Come raggiungere questo obiettivo?
Nella PA si osserva la carenza di progetti di grande respiro, in grado di incidere profondamente sui processi gestionali. Questa situazione è aggravata dalla complessità e dalla durata delle gare e dallo scarso dialogo tra domanda e offerta, dovuto principalmente alla mancanza di dialogo imprese-amministrazioni. Assistiamo a gare che, spesso, sono al prezzo più basso o con basi d’asta poco realistiche. Tutto ciò crea una distonia tra la capacità industriali delle nostre imprese e l’innovazione necessaria alle nostre Amministrazioni. Con impatti negativi anche sui servizi erogati ai cittadini, alle imprese e alla stessa PA. Quindi per raggiungere l’obiettivo del Governo occorre concentrare l’attenzione ai progetti di grande rilievo, come sta facendo l’Agenzia per l’Italia digitale, specializzando il processo di approvvigionamento.
Come sono strutturate le gare Consip per la realizzazione dell’Agenda Digitale?
Tre componenti: la prima è lo strato dei servizi infrastrutturali efficienti del Sistema Pubblico di Connettività e dei servizi di cloud computing; la seconda sono le “commodity” che sono acquistabili dai centri di eccellenza della PA; la terza, la più promettente, sono i “progetti”, soprattutto quelli di gestione come i sistemi Erp e i sistemi informativi verticali. Consip sta dunque attivando grandi contratti-quadro e accordi-quadro trasparenti e innovativi che permettono di risparmiare per riallocare la spesa Ict puntando sempre di più all’acquisto di “risultati” necessari a realizzare l’Agenda Digitale.
Così si ridà fiducia all’Agenda. La fiducia è la sua terza parola chiave…
Serve fiducia nella possibilità di sviluppare l’economia digitale, confidando nelle capacità dell’Agenzia per l’Italia Digitale, come strumento del Governo per la regolazione generale e gli standard, ma anche nelle imprese che propongono e diffondono efficienza e nella stessa Pubblica Amministrazione, in cui esistono le giuste professionalità dei funzionari dello Stato, capaci di cogliere la portata di questo profondo cambiamento e di gestirlo.