Arriveranno a giorni le norme sull’attuazione del Catasto delle reti e delle minitrincee. Lo annuncia dalle colonne del Sole 24Ore il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli. Secondo quanto risulta a CorCom si lavora ad un decreto ministeriale congiunto fra il Mise e il ministero dei Trasporti di “intesa” con i Comuni che possa accelerare le pratiche per le autorizzazioni e quindi semplificare la posa delle infrastrutture.
Sempre secondo quanto risulta a CorCom il ministro Maurizio Lupi ha già incontrato il vicesegretario generale della Presidenza del Consiglio Raffaele Tiscar per discutere sul da farsi. Il tema più “spinoso” è proprio quello dei Comuni, ai quali spetta la competenza e la responsabilità degli scavi. Questione che peraltro ha impantanato per mesi la macchina dell’omonimo decresto. La realizzazione del Catasto e quindi di un database a disposizione di tutti rappresenterebbe la chiave di volta. Di qui la decisione del governo, stando a quanto annuncia Giacomelli, di dare un colpo di acceleratore anche e soprattutto alle norme attuative a seguito dell’approvazione del Piano ultrabroadband.
Fra le altre misure in imminente arrivo ci sarebbe anche la costituzione del nuovo fondo di garanzia per favorire gli investimenti privati. Secondo indiscrezioni sarebbe allo studio l’ipotesi di inserire la misura in un emendanto al decreto su banche e investimenti in via di conversione alla Camera, ma bisognerà agire prima che il provvedimento sia licenziaro dalle commissioni altrimenti bisognerà optare per un’alternativa.
Giacomelli, nel commentare il piano, giudicando “ambizioso” per gli obiettivi che si è posto di qui al 2020 non ha perso le speranze relativamente al progetto dei “veicolo” Metroweb. “Credo ci siano ancora margini per un accordo”, ha dichiarato al quotidiano di Confindustria in merito alla discesa in campo di Telecom Italia che però continua a mantenere il fronte sul 51%, ossia sul controllo della società con Cdp (attraverso il Fondo Strategico Italiano). Il sottosegretario però sarebbe più propenso a una soluzione “condivisa” ossia alla realizzazione di “una rete unitaria, neutra e aperta a collaborazioni e sinergie di tutti gli operatori interessati”. Questa, secondo Giacomelli, la “condizione ideale affinché gli operatori si sfidino poi sul livello dei servizi”. La disponibilità a partecipare ad una società a più player l’ha ribadita nei giorni scorsi il numero uno di Vodafone Aldo Bisio. Ma l’ultima parola spetta sempre a Telecom Italia. A meno che Cdp e governo non decidano di mutare le condizioni di accesso al veicolo o di optare su una newco in cui Telecom Italia faccia comunque la parte del leone.