In futuro sarà sempre più importante riuscire a bilanciare il tema della data protection e della privacy con il valore intrinseco che i dati hanno nell’economia digitale. A dirlo è Antonio Capone, preside vicario della Scuola di Ingegneria industriale e dell’informazione Politecnico di Milano, che ha aperto i lavori dell’ultima tappa (di scena oggi all’ateneo meneghino) di Digitali e responsabili, roadshow organizzato da Google con il patrocinio di Agcom e Garante della privacy dedicato per l’appunto agli strumenti e alle buone pratiche per la crescita della consapevolezza delle opportunità e dei rischi legati alle attività online. Dopo i convegni di Roma, Palermo, Napoli e Firenze, oggi è per l’appunto la volta di Milano.
Capone ha posto l’accento sulla necessità di superare la distinzione netta tra gestione dei dati e sviluppo del valore da essi generati. “Quando parliamo di cittadinanza digitale facciamo riferimento alla crescita della consapevolezza nell’utilizzo delle tecnologie, nella condivisione delle informazioni personali e nell’utilizzo degli strumenti che permettono di proteggerle. Ma questo è solo un aspetto della questione: l’economia di Internet si basa sull’uso e sulla valorizzazione dei dati, e tale processo viene spesso confuso con la responsabilità degli operatori digitali. Si tende quindi a contrapporre protezione dei dati e gestione della privacy al trattamento stesso dei dati. Io credo che rispetto alla questione del consenso si debba spostare il problema da un approccio bianco/nero a una negoziazione che tenga conto dell’economia del dato, di fatto ribaltando il paradigma attuale”.
Nel suo intervento di saluto, Capone ha infine ricordato l’impegno del Politecnico di Milano sul tema della cittadinanza digitale, nell’ambito della didattica come in quello della ricerca e del sostegno alle startup. “Il digitale è una competenza trasversale che cerchiamo di trasmettere non solo attraverso i corsi che offrono formazione tecnica, ma anche nei percorsi formativi di stampo più creativo, come Design e architettura. Siamo inoltre la prima università italiana in termini di progetti finanziati dalla Comunità europea, senza contare che Polihub l’acceleratore d’impresa dell’ateneo, è al secondo posto in Europa per indicatori di successo delle aziende incubate”.