“Qualcosa non funziona: le cifre sono altissime e minano il mercato, che potrebbe entrare in una logica anche speculativa”. A lanciare l’allarme davanti ai rischi derivanti dalle massicce iniezioni di denaro dovute al Pnrr è Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, il quale in una nota spiega che “il rischio del Pnrr è di mandare fuori giri appalti pubblici e costi degli interventi”.
Fino a 800mila euro per il sito e “quattro servizi”
Un problema che potrebbe coinvolgere anche i processi di digitalizzazione. “I Comuni, attraverso voucher, hanno avuto possibilità di incamerare negli ultimi mesi cifre importanti, probabilmente eccessive – fa notare Bussone -. Molte risorse, che cambiano le intere filiere di approvvigionamento dei servizi. Basti pensare ai siti internet: è il primo punto, per migliorare servizi ai cittadini e poi innestare il cloud. L’assegnazione dei fondi è basata sui voucher, ai Comuni che presentano la richiesta vengono distribuiti i soldi a seconda del numero di abitanti, senza altri criteri, e con una base di partenza molto generosa rispetto ai prezzi di mercato per quanto riguarda il rifacimento di un sito. I Comuni con meno di cinquemila abitanti ricevono 28.902 euro soltanto per rifare il sito internet e 12.755 euro per ogni servizio richiesto, per un massimo di quattro servizi. Ai Comuni tra cinquemila e ventimila abitanti vanno 51.654 euro per il sito e 25.895 per ogni servizio, e così via fino alle città di oltre 250mila abitanti a cui vengono concessi 500.243 euro per il sito internet e 77.684 per ogni servizio. Una città può quindi ricevere fino a poco più di 800mila euro soltanto per il rifacimento del sito e l’implementazione di quattro servizi. E ci sono Comuni che il sito lo avevano rifatto un anno fa, o poco più, con fondi propri di bilancio, spendendo da un terzo a un quinto della cifra che tornano nuovamente a ricevere grazie al Pnrr”.
Una questione “da monitorare”
La questione – secondo Bussone – è “da monitorare da parte dei Ministeri e Dipartimenti competenti”. “Di fronte a certe cifre – conclude – restiamo perplessi”.