FORUM PA 2022

Cloud, metà delle PA userà i fondi del Pnrr per accelerare la migrazione

Secondo un’indagine FPA, realizzata per conto di Aruba Enterprise e VMware, le amministrazioni sono pronte a sfruttare le risorse del Piano per spingere la trasformazione sul fronte dati e servizi. Obiettivo: maggiore scalabilità e agilità operativa

Pubblicato il 14 Giu 2022

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L’adozione del cloud nel settore pubblico gode mediamente di buona salute e il Pnrr rappresenta un chance imperdibile per accelerare il passaggio. La fotografia è scattata da un’indagine FPA, commissionata da Aruba Enterprise e VMware, presentata in occasione della prima giornata di Forum PA 2022.

In dettaglio, oltre la metà degli intervistati giudica soddisfacente il livello di maturità della propria amministrazione per quanto attiene l’adozione di un approccio cloud first nella gestione di dati e servizi ed è solo un intervistato su 5 a dare un riscontro negativo a riguardo. Ovviamente, si può fare di più e a pensarlo è circa il restante 30% del campione in esame.

Interessante constatare come oltre il 50% delle PA intervistate abbia pianificato di utilizzare le risorse messe a disposizione dal Pnrr per sostenere il percorso di migrazione in Cloud dei propri dati e servizi, a fronte di un 24% che non lo ha fatto e di un ulteriore 24% ancora dubbioso in merito.

Secondo le PA coinvolte, i principali benefici ottenuti (o ottenibili) attraverso l’utilizzo del Cloud sono da ricercare nella scalabilità delle risorse (55%) ma anche nell’agilità operativa (48%). Plus di particolare valore, ancora, l’efficienza e la riduzione dei costi Ict (44%) e la protezione del dato in conformità con la normativa (43%). Seguono la sicurezza e la facilità nella risoluzione degli incidenti (34%) e la velocità nella realizzazione dei servizi digitali (26%).

Al contrario, secondo il 50% delle amministrazioni, il principale ostacolo da rimuovere per garantire il successo del processo di migrazione in Cloud è innanzitutto il rischio di Lock-In, ossia la difficoltà di svincolarsi dal provider a cui ci si è affidati. Seguono a ruota la mancanza di competenze interne (48%) e la complessità del processo di migrazione (40%). Ulteriori paure sono quelle legate ad un possibile incremento dei costi (34%) e alla difficoltà nella gestione della connettività (32%).

“Ciò che notiamo attraverso il nostro osservatorio è che, a un anno e mezzo dal recovery plan, la digitalizzazione sta avanzando anche tra le Amministrazioni italiane, con il concetto di “cloud first” che si fa sempre più dominante – spiega Andrea Sassetti, Trust Services Governance and General Affairs Director di Aruba – Come evidenzia l’indagine FPA, la creazione di un ecosistema digitale competitivo passa necessariamente dal cloud ma è essenziale accompagnare le PA italiane nel corso dell’intero processo di migrazione con l’obiettivo di supportarle a snellire i processi, ottimizzarli e renderli più sicuri.”

Infine, a conferma del fatto che la digital transformation non sia esclusivamente legata alla tecnologia, secondo 3 Amministrazioni su 4 il partner tecnologico a cui affidare la propria migrazione al cloud dovrebbe avere la capacità di offrire non solo supporto tecnologico ma anche supporto al change management.

“La migrazione al Cloud della Pubblica Amministrazione è un elemento chiave per la resilienza e la modernizzazione del Paese e i fondi stanziati dal Pnrr rappresentano un’opportunità da cogliere per velocizzare questo processo – dice Rodolfo Rotondo, Business Solution Strategist Director Emea di VMware – Il Cloud può offrire alla PA un ecosistema di interoperabilità sia infrastrutturale che applicativa, che garantisca un’innovazione priva di vincoli per i servizi a cittadini e imprese, valorizzi le competenze presenti e consenta il rispetto degli obiettivi di migrazione del Pnrr, attraverso una semplificazione del processo di migrazione e modernizzazione”.

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