Il grande progetto di digitalizzazione della pubblica amministrazione locale, da portare avanti da qui al 2026 nell’ambito del Pnrr, parte ufficialmente oggi. Con gli avvisi che verranno pubblicati online dal Ministero della Transizione digitale, tramite l’apposita piattaforma gli enti potranno fare richiesta dei fondi del Pnrr dedicati alla transizione digitale, ma anche rendicontare l’avanzamento dei progetti e ricevere assistenza. Tutti potranno aderire ai progetti standard già predisposti, aggirando quindi, anche nelle amministrazioni più piccole o meno preparate, ogni possibile difficoltà di messa a punto dei singoli programmi.
Si inizia dai Comuni che potranno beneficiare di circa 400 milioni per rafforzare l’identità digitale (Spid e carta d’identità elettronica), migrare i servizi di incasso su pagoPa e attivare più servizi possibile su app IO.
Verso la digitalizzazione della Pa
Nel corso del prossimo mese partiranno i primi avvisi dedicati alla digitalizzazione della PA: dalla migrazione al cloud a modelli collaudati per l’implementazione di servizi pubblici digitali, passando per il consolidamento dell’identità digitale (Spid/Cie), fino al sistema di pagamento pagoPA e dell’app IO.
A fine mese, spiega il Ministero, scatterà un’altra tranche per la migrazione degli stessi Comuni al cloud. Poi, in autunno, toccherà anche all’implementazione della ‘piattaforma notifiche’, l’infrastruttura unica che permetterà alle Pa di notificare gli atti amministrativi a valore legale alle persone fisiche e giuridiche. Le risorse saranno assegnate in ordine di prenotazione con l’erogazione di voucher, somme predefinite per tipologia e dimensione dell’amministrazione locale.
Contributi ai Comuni, poi si passerà a scuole e Asl
Aderendo a tutte e 5 le misure previste (cloud, PagoPA e App IO, identità digitale, servizi online e piattaforma notifiche) i piccoli Comuni potranno contare su importi indicativi fino a 250.000 euro, i Comuni medi fino a 800.000 euro e quelli più grandi oltre i 2 milioni di euro. Il processo, già illustrato dal Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale Vittorio Colao alla Conferenza unificata, è stato realizzato attraverso l’interazione costante con Anci, Upi e Regioni. Gradualmente saranno infatti coinvolti, oltre ai Comuni, anche Regioni e Province, Asl, scuole, Università ed istituti di ricerca. Le scuole partiranno a fine aprile, seguite dalle Aziende sanitarie locali.
“I comuni sono i più vicini alle esigenze dei cittadini e per questo – ha spiegato Colao – devono essere considerati il punto di partenza per la trasformazione digitale della Pubblica amministrazione. Per permettere una rapida implementazione del Pnrr, in meno di un anno abbiamo costruito una piattaforma online unica per dare la possibilità a tutti i Comuni di scegliere le iniziative di digitalizzazione dei servizi per ognuno prioritarie, in maniera però omogenea in tutto il Paese”.
Stanziati 2,65 miliardi di euro per le Pa locali
Complessivamente per la digitalizzazione delle Pa locali, il Pnrr stanzia 2,65 miliardi, destinati a coinvolgere 22.353 amministrazioni: un miliardo servirà per la migrazione al cloud (l’obiettivo del Piano è di portarci entro il 2026 il 75% delle Pa), 750 milioni per PagoPa e App Io, 613 milioni per l’esperienza dei servizi pubblici, 285 milioni per l’identità digitale (in questo caso il target Pnrr è il 100% delle Pa) e 245 milioni per la piattaforma notifiche. Come previsto per tutti i progetti del Recovery, il 40% delle risorse sono destinate al Sud Italia.