LA CONVENZIONE

Consip e Agenzia digitale, avanti tutta sull’Agenda

Firmata la convenzione che disciplina il rapporto di collaborazione: le regole tecniche in capo all’ente guidato da Ragosa, la società del Mef “garante” della trasparenza nelle gare di acquisto pubbliche

Pubblicato il 15 Mar 2013

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L’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) e Consip spingono sulla realizzazione dell’Agenda. La società del Mef e l’ente guidato da Ragosa hanno firmato una convenzione che disciplina il rapporto di collaborazione tra i due enti. La convenzione avrà una durata di quattro anni, rinnovabile ed è volta a sviluppare un’azione comune tra l’Agenzia e Consip per mettere in atto interventi e azioni mirate alla innovazione della pubblica amministrazione e alla realizzazione dell’Agenda Digitale Italiana. L’Agid scriverà le regole tecniche e i requisiti, mentre la Consip sarà garante di trasparenza nel definire e svolgere le procedure di gara.

“Con tale convenzione – spiega – Agostino Ragosa, dg dell’Agenzia per l’Italia Digitale – si vuole disciplinare un rapporto già previsto per molti aspetti nella norma, e allo stesso tempo intraprendere un rapporto costruttivo tra due soggetti pubblici che nel rispetto dei propri ruoli vogliono realizzare interventi e azioni dirette ad incrementare la digitalizzazione e l’innovazione della pubblica amministrazione”.

Per Domenico Casalino, amministratore Delegato di Consip, “l’accordo rappresenta un tassello della più ampia collaborazione Consip-Agid che riguarda tutte le attività che la recente normativa affida alle due organizzazioni, conseguendo cosi la sinergia necessaria ad accelerare la realizzazione dell’Agenda Digitale Italiana in piena coerenza con l’Agenda Digitale Europea. Tali attività si aggiungono a quelle in ambito Spc e Cad che Consip già realizza per legge, svolgendo il ruolo di centrale di committenza anche per l’insieme di queste iniziative”.

L’intesa è stata siglata in occasione dell’incontro tra Consip, Agenzia e i direttori dei sistemi informativi della PA centrale, nel quale è emerso che l’economia digitale può dare un notevole contributo al Pil, pari a circa il 2% l’anno, alla creazione di nuovi posti di lavoro – circa 700mila negli ultimi 15 anni – e allo sviluppo delle imprese, soprattutto le Pmi (10% di crescita annua per le imprese attive nel web). Nel corso dell’incontro è stato sottolineato il gap che ancora separa l’Italia dai Paesi più avanzati in termini di “e3 Web Intensity Index”, l’indice che misura la maturità dell’ecosistema digitale di una nazione e che vede l’Italia al 27° posto fra i 34 Paesi dell’Ocse. È stato anche evidenziato come, secondo stime del World Economic Forum e di Mc Kinsey & Company, colmare soltanto la metà di tale gap rispetto a Gran Bretagna, Germania o Francia entro il 2015 porterebbe al sistema Italia un valore aggiunto di circa 25 miliardi di euro.

Crescita del Pil, dunque, ma anche necessità di ottimizzare le scarse risorse disponibili e razionalizzare le soluzioni e le applicazioni – spesso sottoutilizzate, frammentate e a volte inutilmente ridondanti – che oggi vengono utilizzate dalle amministrazioni pubbliche.

A tale proposito, nel corso dell’incontro Consip ha illustrato la prospettiva degli interventi nel prossimo quinquennio, che prevedono gare per un valore di oltre 10 miliardi di euro. In particolare, l’attenzione della Società del Mef, si concentrerà sulla stipula di contratti quadro e di accordi quadro per l’acquisto di beni e servizi Ict, relativamente ai “progetti” (sistemi informativi gestionali, sistemi informativi verticali, etc.), alle “commodity” (servizi di telecomunicazioni, contratti quadro applicativi, etc.), alle “infrastrutture/applicazioni cross” (sistema pubblico di connettività, servizi cloud, etc.).

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