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Dadone: “Cittadinanza digitale per tutti priorità di governo”

La ministra della PA delinea la strategia: “Vogliamo avvicinare sempre di più l’amministrazione ai cittadini, alzando la qualità dei servizi e delle competenze interne agli uffici”. Sprint al ricambio generazionale. Sportello unico online per le aziende

Pubblicato il 19 Set 2019

fabiana - dadone

Completare il percorso verso la cittadinanza digitale. È questo uno degli obiettivi primari che si è data la nuova ministra della PA, Fabiana Dadone, in un’intervista al Messaggero. ”Completare il percorso verso la cittadinanza digitale significa avvicinare davvero la PA alle persone, alzando la qualità dei servizi con immenso risparmio di tempo per loro e una reale semplicità di fruizione- spiega Dadone – L’Agenda digitale italiana ha precisi obiettivi di efficienza e semplificazione da perseguire. In tal senso ciascuna amministrazione ha responsabilità chiare rispetto alla transizione digitale, non a caso deve individuare al suo interno un responsabile di questo processo”.

Per raggiungere questi obiettivi digitali, Dadone punta sul pieno ricambio generazionale con lo sblocco completo del turn over, con “l’ingresso di nuove e specifiche professionalità legate alla digitalizzazione”.

Per Dadone digitalizzazione non significa solo maggiore trasparenza, efficienza e risparmio. “Ma deve significare anche sostenibilità ambientale – sottolinea – Voglio lavorare per una PA che sia davvero green, dagli approvvigionamenti fino alle abitudini di vita e di lavoro in ufficio”.

Il digitale è dunque al centro di un nuovo patto tra PA e cittadini. ”La cosa più importante è siglare un nuovo patto tra Pubblica amministrazione e società civile – dice infatti Dadone – Dobbiamo valorizzare il merito con valutazioni sempre più oggettive di dirigenti e dipendenti e stimolare la formazione continua. La PA non è una torre d’avorio e ha bisogno dell’apporto di tutti, dalle imprese al terzo settore, dai territori ai cittadini stessi”.

Ecco perché la ministra promuoverà a breve un grande momento di confronto con tutti i portatori d’interessi. “Aprire il palazzo è il primo passo per cogliere davvero le esigenze del Paese – spiega – Poi non dimentichiamo i contenuti del Patto per la semplificazione 2019-2021 e penso soprattutto ai rapporti con le aziende: dobbiamo arrivare a una piena interoperabilità degli Sportelli unici per le attività produttive e delle banche dati, in un solo portale web bisogna poter trovare tutte le informazioni utili alle aziende, bisogna eliminare la proliferazione dei controlli fotocopia, standardizzare la modulistica e disturbare il cittadino per chiedere informazioni solo una volta, solo quando strettamente necessario”.

Infine i controlli biometrici il cui obbligo è stato introdotto dalle legge Concretezza. ”Sui controlli biometrici, direi che serve attenzione per debellare gli abusi che danneggiano in primis la stragrande maggioranza dei lavoratori onesti e meritevoli -conclude -. E le tecnologie in tal senso possono aiutare. Ma in linea generale non gradisco misure inutilmente punitive che non risolvono il problema e finiscono per criminalizzare anche chi andrebbe valorizzato per competenza e dedizione”.

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