LA DIRETTIVA

Dadone: “Smart working per decreto nella PA”

La ministra firma un nuovo pacchetto di regole che saranno inserite nel provvedimento sull’emergenza coronavirus a cui sta lavorando il governo: “Il lavoro agile diventa la regola”. Ecco cosa prevedono

Pubblicato il 12 Mar 2020

dadone

Smart working per decreto in tutta la PA. La ministra della PA, Fabiana Dadone , ha firmato la direttiva che sarà inserita nel decreto che il governo varerà domani per arginare l’emergenza coronavirus.

La nuova direttiva che sostituisce la precedente e contiene differenze importanti. “La situazione che stiamo vivendo è  in costante evoluzione – spiega Dadone in un post su Facebook – per questo la Funzione pubblica con una nuova direttiva sta aggiornando le linee di comportamento e organizzazione per le amministrazioni, così da conciliare la tutela della salute di cittadini e dipendenti, bene primario come nessun altro, con la necessità di continuare a erogare i servizi essenziali e indifferibili”.

Nel dettaglio, nella nuova direttiva si chiarisce che “le misure adottate per l’intero territorio nazionale sono, fra l’altro, finalizzate a ridurre la presenza dei dipendenti pubblici negli uffici e ad evitare il loro spostamento; tuttavia non pregiudicano lo svolgimento dell’attività amministrativa da parte degli uffici pubblici”.

Le amministrazioni, si legge nel documento, “nell’ambito delle proprie competenze istituzionali, svolgono le attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza e le attività indifferibili con riferimento sia all’utenza interna (a titolo esemplificativo: pagamento stipendi, attività logistiche necessarie per l’apertura e la funzionalità dei locali) sia all’utenza esterna”.

Inoltre, gli enti, considerato che la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa è il lavoro agile, “limitano la presenza del personale negli uffici ai soli casi in cui la presenza fisica sia indispensabile per lo svolgimento delle predette attività, adottando forme di rotazione dei dipendenti per garantire un contingente minimo di personale da porre a presidio di ciascun ufficio, assicurando prioritariamente la presenza del personale con qualifica dirigenziale in funzione del proprio ruolo di coordinamento”.

Non solo, ma il lavoro agile dovrà essere esteso anche ad attività escluse in precedenza. Non sono più previste, poi, soglie minime o massime. La direttiva infatti specifica proprio che non è prevista “una soglia massima per il ricorso alle predette modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, per cui l’attuale situazione emergenziale è tale da giustificarne il ricorso come strumento ordinario”. Le riunioni in via telematica devono diventare la norma; deve essere garantito il massimo accesso ai servizi per via informatica e le presenze di persone del pubblico vanno scaglionate e organizzate per evitare assembramenti.

La direttiva fa chiarezza anche sule procedure concorsuali: fino al 3 aprile sono sospesi i concorsi, eccetto quelli sanitari. “Su tutto il territorio nazionale fino al 3 aprile 2020, sono sospese le procedure concorsuali per l’accesso al pubblico impiego ad esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati è effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica”. Nello specifico per i concorsi in sanità si legge: “Sono inoltre esclusi dalla sospensione i concorsi per il personale sanitario, ivi compresi gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo, e quelli per il personale della protezione civile, i quali devono svolgersi preferibilmente con modalità a distanza”.

Il Dipartimento della funzione pubblica, in collaborazione con Assinter Italia sta individuando quelle società Ict in house in grado di offrire agli enti pubblici del territorio servizi di smart working utili a superare questa fase di emergenza. Altre società in house, non incluse nell’elenco, che volessero segnalarci servizi analoghi possono farlo contattando Assinter Italia.

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