AGENDA DIGITALE

Decreto del Fare, “Caio full time”: scattano gli emendamenti

Le associazioni Iwa Italy e Stati Generali dell’Innovazione inviano un pacchetto di proposte ai parlamentari fra cui una regia “rafforzata” per l’Agenda digitale. Domani il provvedimento sbarca alla Camera per l’iter di conversione

Pubblicato il 01 Lug 2013

Federica Meta

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Inizia l’iter parlamento per la conversione in legge del decreto del Fare. Domani 2 luglio, presso le commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera, il provvedimento verrà illustrato da due relatori, Francesco Boccia (Pd) e Francesco Paolo Sisto (Pdl), presidenti delle due commissioni. E proprio in vista della presentazione degli emendanti l’associazione dei professionisti della Rete, Iwa su iniziativa del presidente Roberto Scano e in collaborazione con gli Stati Generali dell’Innovazione, ha elaborato un documento condiviso anche con altre associazioni del settore Ict che può essere fonte di ispirazione per i parlamentari.

Le proposte sono state inviate ai parlamentari interessati a prenderlo in considerazione per preparare gli emendamenti. Tra questi spiccano i nomini di Stefano Quintarelli (Sc), Paolo Romano (M5S), Antonio Palmieri (Pdl), Irene Tignali (Scelta Civica), Mirella Liuzzi (M5S), Alessia Mosca (Pd), Paolo Coppola (Pd) e Lorenza Bonaccorsi (Pd).

Il pacchetto si sofferma in particolar modo sulla governance dell’Agenda digitale, attualmente in mano a Mister Agenda digitale, Francesco Caio, per la fase “strategica” e al dg dell’Agenzia per l’Italia digitale, Agostino Ragosa, per quella operativa. La proposta della associazioni punta a rafforzarla seguendo due vie: o stabilire che il lavoro di Mister Agenda digitale debba essere a tempo pieno – Francesco Caio esercita le funzioni a part time rimanendo nel frattempo Ad di Avio – oppure passare la palla totalmente in mano ad Agid.

Riflettori puntati anche sull’articolo 10 relativo alle connessioni wireless. Si propone l’eliminazione del comma 1 secondo il quale “l’offerta di accesso a Internet al pubblico è libera e non richiede l’identificazione personale degli utilizzatori” e che fa riferimento all’obbligo “del gestore di garantire la tracciabilità del collegamento (Mac address)”.

Da segnalare anche la proposta di estendere i finanziamenti per l’imprese che acquistano macchinari e impianti – previsti dall’articolo 2 – alle aziende che acquistano hardware e software. Chiesta anche la costituzione di un portale nazionale che raccolga i casi di successo nazionali in materia di crowdfunding, mentre dovrebbe essere reso pubblico a giorni il regolamento della Consob in materia.

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